Come facciamo, tra miliardi di video e di foto che circolano, a distinguere un odioso latrato di un cane da un bravo cantante, uno scarabocchio di un bambio che per la prima volta prende in mano una matita da un quadro che mantenga la sua ragion d’essere, uno scatto orribile da un’immagine ben fatta e costruita?

Con tanta fatica, con allenamento, con interesse, certamente potrebbero essere la risposta. E così con immane sforzo del cervello e con un surplus di stanchezza per i nostri occhi arriviamo ad individuare qualcosa e qualcuno a cui riconosciamo un diritto di cittadinanza nel mondo dell’espressione. In questo mare magnum di immagini quindi capita di imbattersi in qualcosa che vale la pena di raccontare agli altri e di fare conoscere. È quello che è capitato quando ho visto le foto di Filippo Cantoni e così mi è sembrato normale fargli qualche domanda

Ciao Filippo, anzitutto raccontaci come è nata la tua passione per la fotografia?

Ciao Riccardo, la mia passione è nata circa 5 anni fa. Comprai la mia prima compatta e iniziai a scattare foto a tutto quello che mi trovavo davanti, attratto dalla possibilità di potere catturare un momento in un fotogramma.

Che cosa ti piace fotografare?

La domanda giusta sarebbe cosa non mi piace fotografare! Penso che ci si possa divertire realizzando qualsiasi tipo di fotografia. Il genere che preferisco però è sicuramente il food. Trovo davvero interessante e difficile riuscire a trasmettere attraverso uno scatto i colori i sapori e gli odori di una pietanza, per questo ogni volta è sempre una nuova sfida da superare.

Hai frequentato scuole, corsi o tutto è frutto della tua passione?

Penso che la passione sia fondamentale per questo tipo di lavoro, ma basi tecniche e occhio siano molto più importanti. Scuole non ne ho frequentate, ma ho letto e studiato online attraverso corsi su you tube, blog fotografici ecc. Poi sono stato l’assistente di un fotografo professionista per un breve periodo. Chiaramente devo ancora imparare tantissimo prima di potermi definire un fotografo.

 

 

Quanto è dura districarsi in un mondo molto agguerrito come quello della fotografia?

Sì è dura; specialmente perché oltre alla qualità dei lavori subentrano determinanti molto più importanti come il sapersi vendere e il contatto con i clienti, che a mio parere sono fondamentali tanto quanto le qualità dello scatto.

Ho letto che sei tra i membri del progetto CINEFOOD. Ti va di raccontarci di che cosa si tratta?

Cinefood è un progetto nato a Gennaio 2015 da un’idea di Mattia Alberani, con il quale ho cominciato a collaborare da aprile dello stesso anno. Con Cinefood cerchiamo di raccontare attraverso video e foto il mondo del cibo. All’interno del progetto si realizzano video e foto di attività gastronomiche, eventi di food e collaborazioni con numerosi Chef allo scopo di  rappresentarli nel modo più veloce ed efficace. Con questo progetto non ci siamo fermati solo al nostro territorio ma ci siamo anche spinti all’estero (Instanbul, Dakar, Lisbona e tra poco San Francisco), per raccontare realtà culinarie e socio-culturali diverse dalle nostre.

Pensi che la tua passione per la fotografia possa diventare anche un mestiere?

Per quanto sia dura, devo dire di sì. Attualmente ho scelto di abbandonare gli studi e dedicarmi al 100% alla fotografia.

Regalaci una bella foto

Grazie e in bocca al lupo

Riccardo Albonetti

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