Mosciatti nuovo vescovo di Imola

don giovanni mosciatti

A seguito della rinuncia (per raggiunti limiti di età) di S.E.Mons. Tommaso Ghirelli a guida della Diocesi di Imola, Papa Francesco ha nominato Vescovo della nostra Diocesi don Giovanni Mosciatti, presbitero della Diocesi di Fabriano-Matelica, classe 1958.

L’Ordinazione Episcopale e l’ingresso in Diocesi si sono svolti sabato 13 luglio 2019. I Vescovi consacranti sono stati monsignor Matteo Zuppi (Arcivescovo Metropolita di Bologna), monsignor Tommaso Ghirelli (amministratore apostolico della Diocesi di Imola) e monsignor Stefano Russo (amministratore apostolico della Diocesi di Fabriano-Matelica e segretario generale della Conferenza episcopale italiana).

 

LETTERA DI SALUTO DI DON GIOVANI MOSCIATTI (VESCOVO ELETTO DELLA DIOCESI DI IMOLA) RIVOLTA AI FEDELI DELLA DIOCESI IMOLESE

A S.E. Mons. Tommaso Ghirelli,

Ai fedeli, ai religiosi e al clero della Chiesa di Imola

A tutti coloro che vivono nel territorio della Diocesi.

Fratelli e sorelle carissimi,

quando qualche giorno fa S.E. Mons. Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico in Italia, mi ha convocato a Roma, presso la Nunziatura Apostolica, per comunicarmi  la decisione di Papa Francesco di affidarmi la cura pastorale della Chiesa che è in Imola sono stato letteralmente sommerso dallo stupore, dalla commozione, da una grande preoccupazione e da timore.

La sproporzione del compito e della responsabilità mi sono evidentissime, ma pian piano si è fatta strada in me l’evidenza che nella mia storia il Signore non mi ha mai abbandonato. Ed ogni volta che ho detto il mio “Si” e mi sono affidato ho sperimentato la potenza della Grazia del Signore che attraverso la mia povertà ha fatto grandi cose. Come non pensare allora al grande “Si” di Maria che ha permesso a Dio di entrare come uomo nella nostra storia, trasfigurando definitivamente l’orizzonte della vita umana.

E così, certo della presenza del Signore ma anche con timore e trepidazione, vengo tra voi come fratello e Pastore. E desidero poter vivere e testimoniare le parole di Papa Francesco quando descrivendo i Pastori del gregge li invita a «camminare davanti, indicando il cammino, indicando la via; camminare in mezzo, per rafforzarlo nell’unità; camminare dietro, sia perché nessuno rimanga indietro, ma, soprattutto, per seguire il fiuto che ha il Popolo di Dio per trovare nuove strade».

Ecco perché mi hanno molto colpito le parole che Lei, carissimo Mons. Ghirelli, ha voluto pronunciare in una recente intervista indicando a tutti che “abbiamo l’opportunità di traghettare la nostra antica Chiesa verso una nuova giovinezza, passando da un’adesione al cristianesimo per tradizione ad un’adesione convinta e perciò aperta al dialogo.” La ringrazio si da ora per l’affetto con il quale mi accoglie, per i suggerimenti che sicuramente potrà e vorrà darmi, e per la paternità a cui potrò guardare.

Saluto con particolare affetto voi, Presbiteri e Diaconi, primi collaboratori nel mio ministero. A voi desidero dedicare le mie attenzioni e le mie cure più profonde. Vi saluto tutti e spero di conoscervi presto uno per uno. In particolare prego già fin d’ora per i sacerdoti anziani, per quelli malati, per coloro che si sentono particolarmente soli.

Il mio saluto va a tutti i sofferenti, agli ammalati, ai poveri ed ai feriti dalla vita, ed a quanti per un qualsiasi motivo sono associati alla passione di Cristo. Soprattutto alle vostre preghiere e all’offerta delle vostre fatiche affido fin da ora il mio ministero.

Una grande stima mi lega a tutte le forme associative nella Chiesa. Il mio pensiero va alle Confraternite, all’Azione Cattolica, alle Associazioni ed ai Movimenti, alle nuove comunità e a tutte le realtà che rendono visibile la comunione nei diversi luoghi e situazioni di vita della nostra Chiesa.

Saluto voi religiosi e religiose. So che la vita religiosa è presente e viva nella nostra diocesi in varie espressioni. A voi manifesto la gratitudine della Chiesa per la scelta d’amore totale e radicale presente nella vostra vita, che vi porta a testimoniare, rendendola visibile e riconoscibile, la radicalità della sequela di Cristo. Grazie per quello che siete e per quello che fate!

Un saluto particolare di deferenza alle autorità civili e militari che reggono la vita pubblica nei Comuni della Diocesi. Ad essi fin d’ora assicuro leale collaborazione, nel pieno rispetto della differenza degli ambiti, ma anche nel sincero desiderio di collaborare fattivamente al bene della nostra gente, soprattutto degli ultimi.

Saluto con rispetto e affetto i fratelli nella fede cristiana che non appartengono alla Chiesa Cattolica, tutti i credenti nell’unico Dio e anche coloro che non professano nessuna fede e non si riconoscono in nessuna religione. Con loro mi sento compagno di viaggio e a tutti vorrei poter offrire la ricchezza di ciò che mi è stato donato.

E, finalmente, un saluto affettuoso alle famiglie ed a tutto il popolo santo di Dio. Vi chiedo sin da ora di pregare per me e per tutta la nostra Chiesa. Affido tutto quanto il mio ministero e tutta la mia vita all’intercessione di Maria Santissima e dei santi Patroni Cassiano e Pietro Crisologo.

Ci benedica tutti il Signore misericordioso!

+ Giovanni Mosciatti

Vescovo eletto di Imola – 31 maggio 2019—Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria

UN NUOVO PASTORE PER LA DIOCESI

Quando in Comunità è giunta la notizia che il nostro vescovo Tommaso aveva dato le dimissioni e queste erano state accettate, ci ha colte un sentimento di gratitudine e di tenerezza oltre che di dolore. In questi 17 anni infatti abbiamo fatto insieme un cammino soprattutto attraverso la santa Messa quotidiana, durante la quale egli ci ha nutrite giorno per giorno di un cibo che, per quanto semplice fosse, era sempre nuovo e ci accompagnava tutto il giorno. “E adesso?”, ci siamo chieste. “Sono con voi tutti i giorni” ha promesso Gesù, per questo non ci è rimasto che metterci in preghiera, in attesa di colui attraverso il quale Gesù voleva continuare la Sua particolare presenza in mezzo a noi. Questo grande dono oggi si è rivelato nella persona di don Giovanni Mosciatti. Ne abbiamo già sentito parlare in vari modi, ma quello che ci sembra importante non è quello che sa fare o come sa rapportarsi e comunicare con la gente ma ciò che Gesù vorrà dirci e compiere nella Comunità diocesana e in ognuno di noi, attraverso di lui.

Sappiamo che è un impegno importante quello che don Giovanni accetterà nel giorno in cui sarà consacrato Vescovo, un impegno che coinvolgerà tutti nella fede umile e docile in Colui che oggi ce lo dona come guida. Infatti a lui oggi Gesù chiede: “Mi ami tu? Pasci le mie pecore, pasci i miei agnelli” e a noi chiede di essere pecore: non pecore che stanno a guardare per giudicare secondo le proprie vedute ma pecore che vogliono coinvolgersi nel mistero della Volontà di Dio sempre amabilissima per quanto, a volte, esigente. Sappiamo bene che con don Giovanni si apre una nuova pagina nella storia della “chiesa locale” che è in Imola e che proprio nella ubbidienza responsabile al Pastore, arriveremo tutti nella Casa del Padre. L’ubbidienza non è alienante, è piuttosto la misteriosa guida sicura di chi crede. Obbedendo infatti al “Pastore supremo delle nostre anime”, ognuno realizza in sé l’eterno divino Progetto che egli è. Nell’obbedienza siamo tutti in cammino. Le pecore che seguono il pastore e il pastore che le precede e al quale è chiesto solamente tanto amore per Cristo: “Mi ami più di costoro?”. Un amore assoluto, che condizioni ogni altro amore. Solo allora sarà guida sicura. Da parte nostra, la preghiera e la collaborazione vissuta nel dialogo sereno per comprendere e compiere insieme la Volontà del Pastore, lo aiuterà ad essere se stesso, sempre in crescita, per il bene di tutta la Comunità, con la quale don Giovanni crescerà, nello stesso modo in cui la Comunità crescerà con lui. Ma, caro don Giovanni, ricorda che l’ultima parola dovrà sempre essere la tua e di questo ti ringraziamo perché prenderai su di te un carico a volte oneroso, lasciando a noi la certezza, nella fede, di essere nella volontà di Colui che il nostro cuore ama e vuole amare sempre di più.

Madre Marta Biasi