Casola Valsenio onora il Mito: intitolato un parco a Marco Pantani
- Dettagli
- Scritto da Filippo Cantagalli
- Categoria: Cronaca
"Buongiorno a tutti,
oggi 06 aprile 2024 siamo qui riuniti presso il parchetto antistante l’ex campo sportivo Nannini per l’intitolazione al grande campione di ciclismo Marco Pantani. Per noi amanti della bicicletta, in una piccola realtà come Casola Valsenio è un grande onore e motivo di orgoglio, non potranno mai bastare poche righe per descrivere quanto Pantani ha fatto per il ciclismo e per lo sport Italiano, Marco era un campione più unico che raro, completamente fuori dagli schemi, con il suo modo così arrembante di attaccare i suoi avversari quando la strada iniziava a salire, (e per questo lo avevano battezzato il pirata) al primo tornante li sfiancava, al secondo li umiliava, al terzo non lo vedevano più, insomma prendeva il volo, ma la cosa più simpatica era vedere questo omino di una cinquantina di kg di Cesenatico (località marittima e non dolomitica) con questa pelata luccicante, l’orecchino, due orecchie abbastanza importanti, sguardo concentratissimo fisso in avanti, mani basse sul manubrio, battersi contro delle sfingi tutta forza e potenza, per primo lo spagnolo Indurain, poi il russo Tonkov, il tedesco Ullrich, ed infine l’americano Armstrong, nel corpo a corpo in salita non c’era storia, il più spettacolare, incollava allo schermo della tv anche coloro che di ciclismo non importava nulla, si sentiva spesso una celebre frase in dialetto “ u se cavè e capel e ades u saveia “ delirio, ma non solo salita, era anche un grandissimo discesista, si buttava giù in picchiata a 90 all’ora con il sedere dietro la sella sfiorando la ruota posteriore, per stare più basso e aerodinamico, in quella posizione non si ha una gran padronanza del mezzo, bastava una piccola buca per volare in aria, ma Pantani era questo, in tre parole, talento forza follia. L’anno 1998 è stato quello della doppietta Giro d’Italia e Tour de France, impresa riuscita solo a pochi, il primo a riuscirci fu un Italiano, la leggenda Fausto Coppi, e per ultimo sempre un altro Italiano, Romagnolo, Marco Pantani. Attaccando da lontano, in fuga, ribaltando la classifica e vincendo per distacco, un uomo solo al comando.
L’anno successivo, quel maledetto 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, al culmine della sua popolarità ed un altro Giro d’Italia praticamente vinto, anzi stravinto, sarà l’inizio della sua fine, con quella scena terribile assediato da giornalisti fotografi e poliziotti, come un criminale che veniva catturato dopo anni di latitanza, “ mi sono sempre rialzato dopo tanti incidenti, stavolta non mi rialzo più, credo ci sia sotto qualcosa di strano… “ in quel periodo il ciclismo e non solo stava attraversando un momento molto difficile, tra scandali e squalifiche legate al doping, Pantani fu cacciato da quel giro alla penultima tappa, non per una positività ma per valore troppo alto di ossigeno nel sangue, una vicenda che per sempre resterà avvolta nel mistero, se ne sono dette e scritte di ogni, tante cose poco chiare, un grido di disperazione del tutto legittimo, il pezzo grosso facile da colpire e il crollo di un campione con le fragilità e sensibilità umane di ogni comune mortale. Fino al giorno della sua morte, il 14 febbraio 2004, a soli 34 anni, in una stanza d’albergo di Rimini, quando vinceva era circondato da migliaia di persone, tutti sul carrozzone, è morto solo, abbandonato come un cane randagio. Figure molto importanti del giornalismo sportivo gli diedero del traditore, politici incompetenti al di fuori di sport e ciclismo dissero “ è stato tutto tranne che un esempio per i giovani “….. Bene, sempre nel 1998 anche io ho provato a fare il corridore di ciclismo su strada, avevo 16 anni, piena adolescenza, un’ età dove ognuno inizia un po’ a formare una sua identità gettando le basi per la vita da adulti, con i miei compagni di squadra ci sfidavamo sempre in salita, ispirandoci a lui, scatti e contro scatti fino in cima, chi si autodefiniva più scalatore, chi più passista, chi più velocista… e l’allenatore ci riprendeva “ ragazzi, guardate che alla vostra età Pantani vinceva per distacco anche in pianura, non è il giusto atteggiamento, se un giorno arriverete al professionismo allora sarà il momento di specializzarsi “ ….. giusto insegnamento, il talento è un dono, il successo è un mestiere, sfortuna e imprevisti sono sempre dietro l’angolo, la carriera di Pantani è sempre stata ostruita da tanti incidenti, su tutti quello alla Milano Torino del 1995, un auto non si fermò all’ordine delle staffette che controllavano la corsa, lo travolse in pieno spezzandogli tibia e perone, uno stop lungo un anno e mezzo, la sua carriera sembrava stroncata sul nascere, ma sacrifici, passione, determinazione, motivazione, riuscì a tornare più forte di prima, direi che non poteva esserci esempio migliore per tutti quei ragazzi della mia generazione cresciuti nel segno del suo mito. Infine vorrei ricordare alcune sue storie che mi hanno colpito, Pantani raggiunse la massima categoria a metà del 1992, si diede un anno di apprendistato e all’inizio del 1994 disse “ ecco adesso o vinco o deciderò di fare qualche cos’altro nella mia vita, potrei andare a fare piadine con mia madre nel chiosco “ la schiettezza romagnola non si smentisce mai. Alla domanda “ Marco, ma perché vai sempre così forte in salita ? per accorciare la mia sofferenza… leggenda. Poi, al suo primo contratto da professionista gli fu detto “ sarai contento, hai fatto un affare! Risposta, “ NO, l’affare l’avete fatto voi… “ aveva ragione, l’ultima, quella per me più toccante, verso fine carriera “ il ciclismo mi mancherà, ma credo che anche io mancherò al ciclismo… “ dopo la sua scomparsa, il ciclismo non fu più lo stesso.
A nome di tutto il gruppo sportivo Alfredo Oriani ringraziamo di cuore il comune di Casola Valsenio, per noi appassionati sarà sempre un piacere ma soprattutto un dovere ricordare con tanto affetto il grande pirata Marco Pantani. Grazie a tutti"
Discorso di Filippo Cantagalli tenutosi all'inaugurazione del Parco Marco Pantani a Casola Valsenio, 6 aprile 2024
Casolani coraggiosi – Intervista a Matteo Magigrana
- Dettagli
- Scritto da Benedetta Landi
- Categoria: Attualita
La redazione de Lo Spekkietto dedica sempre con grande piacere uno spazio a tutti i casolani e le casolane che, per motivi di studio o di lavoro, hanno avuto l’opportunità di trasferirsi all’estero. Sono per il nostro paese un motivo di orgoglio, simbolo di un sogno che si realizza, di un’aspirazione che prende forma e si concretizza.
Con grandissimo piacere ho intervistato Matteo Magigrana, un nostro compaesano talentuoso che ha sempre dedicato grandissimo impegno, dedizione e passione allo studio della musica, prima iscrivendosi al Liceo Musicale di Forlì e, dopo il diploma, al Conservatorio di Bologna.
Matteo è stato selezionato per il progetto Erasmus e lo scorso settembre si è trasferito nella capitale francese per proseguire gli studi di contrabbasso presso la prestigiosa Accademia Musicale "PSPBB - Pôle supérieur d'enseignement artistique Boulogne Billancourt".
Ciao Matteo! Dove e quando nasce la tua passione per la musica e, in particolare, per il tuo strumento?
“Mi sono avvicinato al mondo della musica in prima media suonando la chitarra a scuola, successivamente sono passato al basso elettrico per creare una band con i miei amici e solo in seguito ho iniziato a suonare il contrabbasso. Volevo iscrivermi al Liceo Musicale per approfondire i miei studi sulla musica quando suonavo ancora il basso elettrico, ma purtroppo il corso che volevo seguire non esisteva nel piano di studi, allora mi sono informato e ho scoperto che molti bassisti passano al contrabbasso per perfezionarsi, così ho fatto e non sono più tornato indietro.”
Parlaci del tuo percorso di studi.
“Ho iniziato a prendere lezioni private di musica in seconda media, successivamente sono entrato al Liceo Musicale di Forlì e mi sono diplomato nel 2019. Attualmente studio al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna e in questi anni ho seguito molte masterclass tenute da alcuni dei contrabbassisti migliori in Italia, per ampliare la mia conoscenza dello strumento.”
Tutti a Casola ti conoscono anche per le tue performance con i WonderRoof, al basso. Parlaci di questa doppia anima, classica e rock.
Un Venerdì Sera a Tutto Dialetto: Successo per "J'Amigh de Dialétt" al Nuovo Cinema Senio
- Dettagli
- Scritto da Francesco Rivola
- Categoria: Cronaca
Casola Valsenio, 1 marzo 2024 - La cultura e la tradizione romagnola sono state le protagoniste indiscusse al Nuovo Cinema Senio, dove la Compagnia Dialettale Amatoriale "J'Amigh de Dialétt" ha incantato il pubblico con due commedie esilaranti in dialetto romagnolo. La sala, gremita in ogni ordine di posti, ha rivelato l'affetto e l'interesse della comunità per le radici e l'arte locale.
Le due farse "Am Vot Spusè!" e "Una Bòna Ucasiòn" (E.Cola), hanno portato in scena non solo il colore e l'umorismo tipici del dialetto, ma anche un affresco vivace della vita quotidiana e dei caratteri che popolano la Romagna degli anni 50 e 80. Tra equivoci comici e colpi di scena, gli spettatori si sono lasciati trascinare in un vortice di risate e buonumore che ha reso la serata indimenticabile.
L'impegno e la passione degli attori hanno dato vita a personaggi autentici e genuini, interpretati con maestria e un'immedesimazione totale. Ogni battuta, ogni gesto, ogni espressione ha contribuito a trasportare gli spettatori nel cuore pulsante di una comunità che sa ancora raccontarsi e divertirsi.
Questo evento non è stato solo un'occasione di intrattenimento, ma anche un momento di condivisione e di valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale del territorio. Il successo di pubblico dimostra l'importanza di iniziative come questa, che mantengono viva la lingua dialettale e la rendono accessibile alle nuove generazioni.
Il ricavato della serata è destinato a una causa nobile: sostenere la ricerca genetica sulle malattie rare infantili. Questo gesto di solidarietà aggiunge un valore ancora più profondo all'iniziativa, dimostrando come la cultura possa essere anche veicolo di impegno civile e sociale.
La Compagnia "J'Amigh de Dialétt" si conferma così non solo custode delle tradizioni, ma anche attore attivo nella costruzione di una comunità più coesa e attenta al prossimo. Un plauso va a tutti i componenti della compagnia, che con il loro talento e la loro dedizione hanno regalato a Casola Valsenio una serata di puro divertimento e autentica cultura romagnola.
Per chi non ha potuto assistere dal vivo alle performance, ci sono buone notizie: la commedia è stata ripresa dal canale Antenna 306 che a breve la renderà disponibile sul web, permettendo così a un pubblico ancora più ampio di godere di questo splendido esempio di teatro popolare.
Elenco degli Attori:
AM VOT SPUSE'
Giovanni Tagliaferri
Arianna Poli
Marina Bartoli
Anna Tagliaferri
Mauro Poggiali
Romana Fabbri
Marco Mancinella
Arianna Suzzi
UNA BÒNA UCASION
Arianna Poli
Giovanni Tagliaferri
Elio Fabbri
Marina Bartoli
Marco Mancinella
Dietro le quinte: Suggeritore Tamara Bellini, assistenti di scena Valerio Baruzzi e Marisa Perani.
Biglietti lotteria S. Antonio 2024
- Dettagli
- Scritto da LoSpekkietto
- Categoria: Cronaca
Colline Fragili - Riflessioni sulle Frane a Casola Valsenio
- Dettagli
- Scritto da LoSpekkietto
- Categoria: Eventi
Lo Specchio APS è lieta di di invitarvi a partecipare al prossimo evento in cui sarà presentato il nuovo libro "Colline Fragili", opera offre un approfondimento sulle frane che hanno colpito il territorio di Casola Valsenio nel maggio del 2023, attraverso un escursus storico degli eventi franosi che hanno caratterizzato le nostre colline nei secoli passati.
Dopo l'emergenza immediata delle frane di maggio, la redazione de «Lo Spekkietto» ha dedicato uno speciale a questo evento drammatico. A oltre sei mesi di distanza, il libro "Colline Fragili" offre una riflessione approfondita, andando oltre la mera cronaca, per indagare su quanto accaduto nel passato.
Il testo sottolinea la necessità di comprendere la frequenza e la gravità degli episodi franosi che hanno interessato Casola Valsenio nel corso dei secoli. Nonostante il focus sia sulle recenti catastrofi, il libro non cerca l'esaurimento nell'elenco cronologico di tutte le frane, ma mira a sensibilizzare sulla fragilità del territorio e a promuovere una maggiore consapevolezza.
"Colline Fragili" non vuole essere un atto di accusa verso la terra, ma un segnale di affetto e attenzione, un richiamo alla responsabilità di prendersi cura del proprio ambiente. Il libro evidenzia come gli eventi di maggio, sebbene eccezionali, siano radicati nella fragilità del territorio, spesso aggravata da incuria e indifferenza.
La ricerca storica presentata nel libro, coordinata da Roberto Rinaldi Ceroni, non si arrende all'inevitabile, ma aspira a trarre insegnamenti dal passato. Sottolinea l'importanza della prevenzione per limitare i danni futuri e della consapevolezza nella gestione delle emergenze.
Il libro include anche articoli provenienti dagli archivi de «Lo Specchio», trasformando la cronaca in storia e evidenziando l'importanza di avere una voce che racconti gli eventi del paese.
Vi invitiamo calorosamente a partecipare a questo evento che si propone di approfondire la comprensione della storia locale, stimolare la riflessione sulla fragilità del territorio e promuovere azioni concrete per la prevenzione e la gestione delle emergenze future.
Colline Fragili - Riflessioni sulle Frane a Casola Valsenio
20 Dicembre 2023
ore 20.30
Sala Biagi Nolasco - Casa della Cultura - Casola Valsenio (RA)
Con le proiezioni delle foto aeree di Piero Fabbri.
Interventi di Pietro Fabbri, Maurizio Nati, Roberto Rinaldi Ceroni
Vi aspettiamo numerosi per condividere questo momento di conoscenza e riflessione sulla storia e il futuro della nostra comunità, al termine del quale faremo un brindisi e un piccolo buffet
Pagina 5 di 63