Effetto Pammene nei castagneti
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- Scritto da Roberto Rinaldi Ceroni
- Categoria: Attualita
La coltura del castagno è da qualche anno in grave crisi dopo l’avvento della vespa cinese nel 2002 ma i castanicoltori non si sono pianti addosso e hanno preso iniziative per contrastare le avversità e per rilanciare questa coltura che è l’unico raccolto da reddito della media e alta collina.
Già da qualche anno si sono eseguiti lanci del parassitoide della vespa ( Torymus sinensis) per tentare di limitarne la diffusione con costi non indifferenti sostenuti dagli stessi agricoltori. L’Associazione castanicoltori della valle del Senio è molto attiva in questo senso e ha provveduto ad acquisti collettivi di questo insetto utile per poter abbassare il costo dei lanci.
Da quest’anno l’associazione ha in cantiere un paio di iniziative che vanno sempre nel senso di salvaguardare questa coltura dai suoi numerosi nemici. Abbiamo parlato con il presidente Giuseppe Pifferi che ci ha fatto una scheda sintetica delle iniziative. Intanto già da quest’annata si sono eseguiti monitoraggi per capire l’entità dei danni da “bacato” e per individuarne il responsabile. Sono quattro infatti gli insetti che provocano questo grave danno sui frutti con erosioni anche profonde e caduta anticipata dei ricci. Tre di questi sono farfalline minuscole chiamate tortrici del castagno e più precisamente Cydia fagiglandana, Cydia splendana e Pammene fasciana. Siccome hanno una biologia un po’ differente fra di loro s’è cercato di monitorare i marroni bacati aprendoli uno ad uno per individuare il responsabile principale. Il risultato è che Pammene fasciana è il tortrice più diffuso nei castagneti della nostra valle. L’attività ha coinvolto una decina di aziende rappresentative dei due comuni di Casola e Palazzuolo poiché l’associazione opera su entrambi. In secondo luogo si è sperimentato un metodo di lotta biologico che non prevede l’uso di sostanze chimiche. Si impiegano nematodi entomopatogeni cioè organismi minuscoli che uccidono la larva del nostro insetto quando ne vengono a contatto. La settimana scorsa in alcune aziende pilota sono stati irrorati i tronchi dei castagni ,nelle cui screpolature sverna la larva di questa piccola farfalla, utilizzando una soluzione che contiene milioni di nematodi con l’obiettivo appunto di ridurre la popolazione della Pammene.
L’AIDO torna a Casola
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- Scritto da Luca Montefiori
- Categoria: Cronaca
A.I.D.O. è l’Associazione Italiana Donatori Organi ed ha come scopo principale la promozione della DISPONIBILITÀ al DONO di Organi, tessuti e cellule.
Destinatari del messaggio sono tutti i componenti delle nostre comunità affinché divengano donatori di organi.
Si tratta di salvare 500 vite all’anno e di migliorare la qualità di vita di altre 5.000 persone in attesa di trapianto.
Infatti, negli ultimi 5 anni i trapianti in Italia sono mediamente circa 3.000; gli ammalati in lista di attesa sono circa 8.800.
Le ultime attività dell’AIDO casolana risalgono alla fine degli anni ’90, successivamente i soci di Casola sono stati presi in carico dall’associazione di Riolo Terme che, nel tempo, è cresciuta ed ha ottenuto ottimi risultati, partecipando anche a manifestazioni sul nostro territorio.
Recentemente, la sezione provinciale di Ravenna, ha delineato come strategia prioritaria, quella di costituire/ricostituire e ricostruire gruppi ad un livello sovracomunale, per diminuire gli adempimenti amministrativi, burocratici ed economico-finanziari e liberare, in questo modo, energie per iniziative promozionali della Disponibilità al Dono nei diversi territori.
Grafici del terremoto del 17 ottobre a Casola
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- Scritto da Spekkietto
- Categoria: Cronaca
suo laboratorio geofisico delle scosse sismiche (per fortuna contenute) verificatesi il 17 Ottobre in Toscana, zona Mugello, e che molti hanno avvertito anche a Casola.
Il tempo che ci aspetta secondo Flavio Linguerri
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- Scritto da Flavio Linguerri
- Categoria: Attualita
L’estate quest’anno è sul banco degli imputati. Infatti sulla nostra penisola il tempo è stato decisamente variabile e caratterizzato da frequenti piogge torrenziali e trombe d’aria. Le zone più colpite sono state la Toscana e la Liguria soprattutto in provincia di Genova. Le precipitazioni sono state il doppio della media normale ed il mese di Luglio è stato il più piovoso dal 1800 ad oggi. In linea generale il tempo si sta estremizzando con freddi intensi in inverno e caldo afoso d’estate accompagnato da piogge torrenziali. Le cause di questo fenomeno possono essere diverse e la più probabile sembra essere l’assenza del “El Nino” che si manifesta sull’oceano Pacifico e che ha influenza anche sull’Europa perché impedisce l’arrivo dell’Anticiclone sul Mediterraneo e quindi del bel tempo che quest’anno è stato il grande assente. Questa fra le tante ipotesi è la più probabile. Inoltre è comparso all’orizzonte il nuovo fenomeno delle così dette “bombe d’acqua” ovvero una forte concentrazione di pioggia, determinata da un forte accumulo di acqua di cui è difficile prevedere la localizzazione, che si scarica a terra violentemente in un tempo assai breve.
Padre Pio, missionario mancato del vescovo di Ca’ Rondino
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- Scritto da Beppe Sangiorgi
- Categoria: Cultura
Un episodio del quale fu protagonista monsignor Angelo Poli, originario di Baffadi e vescovo della diocesi indiana di Allahabad, svela un aspetto poco conosciuto della figura e della vita di Padre Pio.
Giuseppe Poli, nato a Ca’ Rondino nel 1878, a 15 anni entrò nel noviziato dei Fadri Cappuccini assumendo il nome di Angelo. Nel 1901 fu ordinato sacerdote nella Chiesa dei Frati di Casola e nello stesso anno partì missionario per l’India. Nel 1917 diventa vescovo della diocesi di Allahabad, una delle più vaste dell’India, così che gli si presenta l’esigenza di poter disporre della collaborzione di un buon numero di missionari.A tale scopo nel 1920 torna in Italia per ‘reclutare’ dei confratelli, cercando anche in altre province che non avevano ancora una loro missione, come quella di Foggia. Dove monsignor Poli si recò per ben due volte per conferire con Padre Pio, il quale già nel 1904, diciassettenne, aveva espresso il desiderio di andare in missione. Un deside rio al quale i superiori avevano sempre opposto un netto rifiuto e nei due colloqui che monsignor Poli ebbe con Padre Pio venne deciso un intervento, ma senza esito, del vescovo casolano presso i superiori per assecondare il desideri del frate pugliese. Il quale, deluso e amareggiato per non poter seguire monsignor Poli in India lo salutò chiedendo di essere comunque considerato idealmente uno dei suoi missionari.
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