Punto vaccinale Casola: proposta del sindaco all'AUSL
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Il sindaco Giorgio Sagrini, visto l'ottimo risultato ottenuto dal punto di vaccinazione "Valerio Pedoni" allestito nella sala parrocchiale "Don Elviro Giidani", con l'impegno volontario di professionisti della sanità e di appartenenti alla associazioni di volontariato, ha deciso di richiedere all' AUSL di poter utilizzare il sito anche per i cittadini non ultraottantenni. Pubblichiamo di seguito la lettera del Sindaco.
Alla c.a. di RAFFAELLA ANGELINI – Direttrice della Sanità pubblica Ausl Romagna
MAURO MARABINI – Direttore Dipartimento Cure Primarie ambito di Ravenna – Ausl Romagna
DONATINA CILLA - Direttore del Distretto di Faenza – Ausl Romagna
Nel ringraziarvi per la positiva collaborazione, e visto il buon funzionamento del punto vaccinale allestito a Casola Valsenio, che ha permesso la vaccinazione di tutta la popolazione ultraottantenne nella giornata di domenica 14 marzo, anche per rispondere alla sollecitazione della popolazione, con la presente - con la volontà di evitare disagi e difficoltà nell’accesso alla vaccinazione della popolazione del nostro Comune e verificata la disponibilità di medici e infermieri a dare continuità a questa esperienza – siamo a chiedere di mantenere in attività il punto di vaccinazione anche per le successive fasi del piano vaccinale, con riferimento alle diverse fasce d’età per le quali verrà programmata la vaccinazione. E questo già a partire dalla fascia d’età 75-79 anni, per la quale in questi giorni è iniziata la raccolta delle prenotazioni, per la quale si chiede di indicare la data o le date in cui si possa programmare la vaccinazione in loco, in modo da poter organizzare le prenotazioni. Avendo conoscenza delle successive fasi di vaccinazione, potremo quantificare per ciascuna fascia d’età indicata, il numero delle persone da vaccinare e conseguentemente programmare le date. Nella giornata di domenica 14 marzo sono state vaccinate 200 persone… Ciò lascia intendere che in non più di 10 giornate, collocate preferibilmente il sabato e la domenica, si potrà vaccinare l’intera popolazione.
Nell’auspicata eventualità che quanto richiesto possa essere accolto, e considerando che ciò va nella direzione annunciata dal Commissario straordinario all’emergenza Covid, gen. Figliuolo, restiamo a disposizione per condividere tutti gli aspetti organizzativi.
Confidando nel favorevole accoglimento della richiesta, si rimane in attesa di riscontro.
Distinti saluti.
Il Sindaco
del Comune di Casola Valsenio
Giorgio Sagrini
Una Casolana ad alta quota
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- Scritto da Benedetta Landi
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In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, l’Amministrazione Comunale di Casola Valsenio ha deciso di dar vita ad una mostra fotografica (rigorosamente online, nel rispetto delle restrizioni imposte dal difficile periodo che stiamo vivendo) con il fine di presentare una carrellata di biografie di grandi donne che hanno fatto la storia. Caterina Sforza, Federica Pellegrini, Coco Chanel, Anna Frank, Cleopatra, Giovanna d’Arco, Franca Viola, Liliana Segre, Lady Diana, Margherita Hack, sono solo alcune delle grandi donne illustrate in questa mostra dal titolo “La storia è donna”. Tra queste, compare anche il profilo di un’altra grande personalità: Antonietta Cimolini. Sicuramente il suo nome è meno evocativo rispetto agli altri, i quali ci riportano subito alla mente i volti e le conquiste di queste importanti figure femminili.
Figlia di Carlo Cimolini e di Penelope Frassineti, Antonietta Cimolini nacque nel 1878 a… CASOLA VALSENIO! Ma cosa fece di tanto importante questa Casolana? Antonietta fu la prima donna a volare in mongolfiera. Appena ventenne sposò il forlivese Giuseppe Silimbani, di professione fornaio, tenore dilettante e sportivo in molte discipline. Egli fu uno dei pionieri del volo in areostato, passione che trasmise ben presto anche alla moglie. Nel 1898 la coppia, assieme alla figlia Ofelia, emigrò in Sud America. Qui i coniugi si esibirono come cantanti lirici nei teatri ma soprattutto in spettacolari voli con il pallone aerostatico, voli che Antonietta compiva sia assieme al marito che da sola.
Fu proprio questa sua grande passione a costarle la vita: il 13 marzo del 1904, durante un’esibizione aerea, precipitò nelle acque del Rio de la Plata. Fu una tragedia che commosse immensamente gli abitanti di Buenos Aires, accorsi per assistere alla manifestazione, durante la quale Antonietta e il marito avrebbero dovuto pubblicizzare un noto marchio di sigarette, facendo apparire in cielo il nome della fabbrica e lanciando volantini dalla mongolfiera. Nella targa commemorativa posta sul luogo dell’incidente, Antonietta viene definita come un’ "Aviatrice italiana, precursora dell'aeronautica argentina".
Antonietta, rampolla di una famiglia della piccola borghesia, colta, bella e di forte temperamento, fu una donna intrepida e rivoluzionaria: andò contro il volere dei genitori sposando Giuseppe Silimbani e inseguì il suo grande sogno, diventando così la prima donna alla guida di una mongolfiera. Oggi nella zona del quartiere Ronco a Forlì c’è una via intitolata a lei, ma il tributo maggiore a questa donna si trova in Argentina, dove, nel 1954, sono state posizionate due lapidi in suo onore: una voluta dall’Aereo Club locale, l’altra dalla Federazione Generale delle Società Italiane in Argentina. È ormai trascorso più di un secolo, ma è stato bello poter ricordare anche a Casola, in occasione dell’8 marzo, la storia di questa giovane ed intrepida pioniera della navigazione aerea, così che la sua grande avventura possa essere ancora oggi ricordata, e che Antonietta - nostra concittadina - possa continuare ad essere un simbolo di libertà e coraggio.
Benedetta Landi
Benedetta Landi
VACCINAZIONE ANTICOVID - UN PICCOLO MIRACOLO CASOLANO
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- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Cronaca
VACCINAZIONE ANTICOVID – UN PICCOLO MIRACOLO DELLA SOLIDARIETA’ CIVILE
E DELL’ IMPETO GENEROSO DEL VOLONTARIATO CASOLANO
Domenica 14 Marzo a Casola si è concretizzato ed ha preso corpo un piccolo miracolo generato dallo spirito e dalla sensibilità civica della nostra comunità e portato a compimento dalla intraprendenza delle nostre istituzioni sia civili che religiose, dalla generosità delle nostre associazioni di volontariato e dai professionisti della sanità presenti nel nostro paese.
Stiamo parlando del punto vaccinale “Valerio Pedoni” allestito nella sala parrocchiale “ Don Elviro Guidani” appositamente per distribuire il vaccino anticovid alla popolazione più anziana del paese ed evitare i disagi di trasferimento ai centri della pianura per questa fascia di nostri compaesani.
L’iniziativa è partita concordemente dal sindaco Giorgio Sagrini e dalla dott.sa Elena La Porta che hanno contattato la dott.sa Raffaella Angelini , responsabile dell Igiene Pubblica AUSL Ravenna per verificare se era possibile la realizzazione di un punto vaccinale a Casola.
Ottenuto l’assenso, sono state attivate e coinvolte istituzioni, professionisti della Sanità, associazioni di volontariato per verificarne la disponibilità e di conseguenza l’attuabilità del progetto.
La risposta è stata tempestiva e generosa. La Parrocchia ha messo a disposizione la sala Don Elviro Guidani ; i medici di base dott.se Elena La Porta e Anna Morelli, hanno assicurato la loro collaborazione professionale; le associazioni dei Vigili del Fuoco, della Misericordia, degli Alpini e del Centro Le Colonne, di Cittadinanza attiva , Am infermieri ed infermiere , farmacisti e farmaciste e personale medico residenti a Casola, anche se professionalmente impegnati altrove, si sono messi tutti gratuitamente a disposizione per assicurare L’assistenza e la realizzazione degli allestimenti necessari ed indispensabili per il punto vaccinale, sotto la supervisione e direzione dell’Amministrazione Comunale e dell’AUSL.
Insomma c’è stata una risposta corale (e ci scusiamo per quanti eventualmente non avessimo citato espressamente in questo articoletto redatto di corsa) alla proposta dell’Amministrazione Comunale e ne è sortito quello che abbiamo propriamente definito “un piccolo miracolo casolano”.
Domenica 14 Marzo abbiamo potuto visitare e sperimentare direttamente il punto vaccinale “Valerio Pedoni” nella sala parrocchiale Don Elviro Guidani . Il locale perfettamente allestito e sanificato, suddiviso nei vari settori: accoglienza, accettazione, coloquio con i medidi (le dottoresse) , punti di somministrazione del vaccino, riposo ed attesa post vaccinale. Tutto il personale : dottoresse, infermieri ed infermiere, farmacisti e farmaciste, volontari dei Viglili del Fuoco, della Misericordia e delle altre associazioni in azione, tutti “carchi a balestra” , tutti motivati, accoglienti, gentili, premurosi, attenti e professionali. Ripetiamo: un vero piccolo miracolo.
Entro primo pomeriggio è stato completata la somministrazione della prima dose vaccinale a quasi duecento persone , e dunque all’intero lotto di utenti iscritti e prenotati a questo primo steep.
Il punto vaccinale Valerio Pedoni sarà attivato anche per la somministrazione della seconda dose vaccinale agli utenti che hanno ricevuto la prima dose ma, visto il successo ed il risultato ottenuto, il sindaco e l’Amministrazione Comunale, con l’appoggio delle varie associazioni, hanno già inoltrato la richiesta all’AUSL per utilizzare il punto vaccinale anche per vaccinare tutto il resto della popolazione e non solo gli ultraottantenni .
Non sappiamo ancora se la richiesta sarà accettata ma lo speriamo vivamente.
Desideriamo anche citare la ditta Vetriceramici per aver sponsorizzato i costi di sanificazione e disinfezione della sala Don Elviro Guidani e la signora Norma Pozzi e famiglia per aver fornito gratuitamente i pasti per tutti gli operatori impegnati domenica nel centro vaccinale.
Alessandro Righini
(n.b. l’articolo è stato redatto di corsa per esigenze redazionali pertanto ci scusiamo fin d’ora per eventuali piccole imprecisioni nelle citazioni dei collaboratori).
D.A.D. a umpa
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- Scritto da Paola Pozzi
- Categoria: Attualita
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Vedervi.
Ore 8:15, preparo il link. C’è un po’ di trepidazione per la paura di sbagliarsi a cliccare qualche tasto strano…
Alle 8:20 pubblico il link, entro in classroom e vedo la mia faccia come dentro a uno specchio. “Dentro questa riunione non c’è nessuno” leggo sullo schermo. Oddio. Ecco che ho sbagliato davvero. E poi, magicamente compare il primo volto sorridente. “Buongiorno Dario”, e poi un’altra “Buongiorno Lucia”. Sul monitor compaiono molte bolle colorate che pulsano quando parlate e dentro le bolle riesco quasi sempre a veder fiorire i vostri occhi.
Qualcuno si stiracchia, ci sono palpebre pesanti di un sonno e facce da guardare senza mascherina, almeno quello.
E poi ci sono bocche che chiedono, dicono, raccontano … quanto parlano!”Sai Paola che mia nonna….” “Sai che ieri…” “Sai maestra cosa ho fatto…”
Un coro di parole cariche di storie, emozioni, domande e soprattutto desiderio di trovare ascolto, non risposte.
Ma si fa presto a trovarsi dentro ad un flusso di voci che esplodono nella testa e allora è necessario incanalare tutto il vortice rumoroso per dare spazio a tutti, uno alla volta.
“Spegnete i microfoni, per favore e adesso do la parola a …”
Nella classe virtuale valgono le stesse regole della scuola reale. Se vogliamo capirci, allora bisogna saper aspettare.
Già… saper aspettare, non è questo la chiave di tutto? Per noi umani dell’era digitale aspettare è una cosa difficilissima. Vogliamo tutto subito.
Ma saper attendere è uno dei cardini del saper vivere, assaporando il tempo senza scavalcarlo, senza bruciarlo e senza perderlo. La natura ce lo insegna. Io cerco di impararlo dal mio gatto che nella sua infinita sapienza di felino evoluto, conosce questa arte .Lui se ne sta fermo, lì sul davanzale, per ore e aspetta che gli apra. Intanto guarda, osserva e impara ogni fruscio, ogni fremito di ali. Poi entra e aspetta il suo cibo e mi attende per uscire o per oltrepassare le soglie sbarrate da porte chiuse. Imperturbabile, lui aspetta. Senza spazientirsi perchè sa che prima o poi accade tutto quello che deve accadere e allora non ha senso disperdere energie in inutili ansie. In tutto questo suo saper aspettare c’è la stessa magnifica certezza del seme sotto la neve o del fiore che genera il frutto.
Intanto nulla si disperde e ogni cosa viene captata, percepita, ascoltata e carpita dai suoi sensori super specializzati . La sua vita è questa. E la nostra? Noi abbiamo altri bisogni, dobbiamo illuderci, progettare, lavorare, sognare, anche.
_Paola! Mi senti? –
_Sì che ti sento, scusa mi ero distratta un attimo. Stavo dicendo che dovete provare ad aspettare il vostro turno per poterci capire.
Giorgia prende la parola e, guarda caso, vuole parlarmi di Nina, la sua gatta, che cammina sulla tastiera perché anche lei vuole fare la DAD.
All’improvviso gli schermi diventano finestre ed io mi arrampico e vi raggiungo, scavalco i davanzali e vi trovo davanti a me, entro nelle vostre stanze piene di giocattoli, tocco i vostri pupazzi preferiti coi quali andate a dormire.
E la lezione diventa viva, con voi, me, i pupazzi, i gatti e qualche cane che arriva festoso e le mamme che vigilano attente, mentre sbrigano le loro faccende.
Lezioni senza banchi. Senza grembiuli, soprattutto senza mascherine. Un lusso, di questi tempi.
Siete al sicuro. E siamo qui insieme mentre ridiamo di qualche errore buffo che ci servirà per imparare meglio l’ortografia. Perche sbagliando s’impara.
Ora possiamo leggere, a turno. Comprendere quello che abbiamo letto e parlare fra di noi. Riflettere su quello che ci ha fatto pensare quel racconto, quella storia.
C’è sempre così tanto da raccontarsi. Per fortuna.
Siamo così soli,in questo periodo. Dentro alle nostre vite chiuse, con la paura che bussa alla porta. Siamo così fragili senza la forza di un abbraccio o di una stretta di mano. Col cuore rotto per un amico che non ce l’ha fatta.
Mentre vi guardo penso che è tutto così fuggevole. Siamo ali nel vento. E il vento può cessare, a un tratto. E lasciare tutto fermo, immobile, senza respiro.
Raccontiamoci la vita, bambini, mostratemi il vostro arsenale di risate e schiamazzi. Io, qui con voi, penso che la vita vinca.
E sarà così.
Paola Pozzi
CIAO PEDO
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- Scritto da LoSpekkietto
- Categoria: Cronaca
8 Marzo 2021
Questa mattina il paese si è svegliato attonito: Pedo se l’è portato via il Covid. Il giornale è già in stampa ma un ritaglio di pagina per ricordarlo dobbiamo trovarlo. Valerio è stata una persona importante per la nostra comunità dove ha vissuto dedicando tempo e passione a tante cose dalla sua famiglia, ai suoi cani da tartufo, alla Pro Loco, agli amici…..e l’elenco sarebbe troppo lungo. Non era solo un uomo di relazioni e di affetti ma anche un personaggio. Aveva una conoscenza precisa di ogni angolo della nostra valle. Conosceva i nomi di tutte le case della nostra campagna e spesso ad ogni luogo gli associava un aneddoto per far sorridere chi gli stava vicino. A noi che abbiamo avuto la fortuna di camminargli accanto ci incantava con quei racconti dove traspariva l’amore per la sua terra, l’ironia intelligente e spesso anche le riflessioni di chi ha vissuto a cavallo dei mutamenti che hanno radicalmente mutato la fisionomia delle nostre campagne e ne conserva la memoria. Il Pedo era un autodidatta ma aveva maturato una cultura materiale molto ricca che non teneva per sé ma che gli piaceva condividere. Conosceva tutte le proprietà, gli usi attuali e di un tempo del legno di ogni albero e di ogni arbusto, era un allevatore e addestratore di cani da tartufo stimato e conosciuto anche fuori del paese, era un abile fungaiolo e sapeva cucinare con passione e competenza. Tutti ricordano alle feste della Pro Loco la sua polenta che curava personalmente in ogni passaggio. Alle ultime feste dei frutti dimenticati era comparsa anche una favolosa ribollita che cucinava insieme a Romana.
Ciao Pedo!
La redazione de Lo Spekkietto e il gruppo Scarpantibus che ha condiviso le ultime camminate,
si stringe in un forte abbraccio alla tua famiglia.
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