Per quel po’ che sono riuscito a girare per Casola (poco, ovviamente, se non per la spesa alla Cofra, in qualche negozio o in farmacia) ancora non mi è capitato di vedere gettati a terra guanti di plastica o mascherine ( a dir il vero qualche guanto davanti alla Cofra svolazzava…).

Il problema però c’è e diventerà un problema non da poco.

Plasmix, lattice, poliestere, polipropilene: una caterva di materiali “sporchi” che finiranno col deturpare in modo per lo più irreversibile l’ecosistema se non saranno smaltiti adeguatamente soprattutto se finiranno nel reticolo idrografico, quindi nei mari.

Abbiamo intervistato al riguardo il dott. Massimiliano Gherardi tecnico di Ecoser, azienda autorizzata allo smaltimento di tante tipologie di rifiuti che opera anche sul nostro territorio con un impianto di raccolta a Riolo.

“Al momento l’unica strada percorribile per guanti e mascherine già utilizzate è quella dell’incenerimento tramite termovalorizzatori. La nostra azienda ha tuttavia avanzato agli organi competenti dell’ARPAE e della Regione E-R una proposta di studio per il recupero di questi materiali previa sterilizzazione completa che i Paesi del Nord Europa già attuano. Su questi materiali passate 72 ore la carica infettiva del virus si azzera completamente il che corrisponde al tempo massimo previsto di sosta di questi rifiuti nei nostri impianti. Stiamo quindi studiando con le aziende del settore che si occupano di riciclaggio una filiera dedicata per poter dare nuova vita a questa notevole mole di rifiuti che purtroppo per un bel po’ di tempo ci accompagnerà.

A cura di Roberto Rinaldi Ceroni

 

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