Ho chiesto a Sabrina, ex mia cara collega nella scuola primaria, di raccontarmi il trapianto di rene che ha coinvolto lei (come donatrice)  e suo marito Paolo (come ricevente) nel mese di agosto. Questo fatto  ha molto colpito tutti i Casolani, anche perché la notizia è trapelata pochi giorni prima dell’intervento, è rimasta riservata fino all’ultimo, ne erano a conoscenza solo i familiari ed alcuni amici intimi. 

Questo trapianto ha avuto risonanza anche sulla stampa regionale con articoli sul Resto del Carlino e La Repubblica per il fatto che la donazione è stata fatta da un vivente, in questo caso la moglie.

Avevo pensato di riportare l’intervista, ma poi, per come si è svolta, preferisco un racconto.

Ora, 23 settembre, Sabrina sta progettando il rientro a scuola, ne ha tanta voglia , ha ripreso le forze e si sente pronta a “riabbracciare” i suoi alunni, con le dovute protezioni naturalmente! Non dimentichiamo infatti che  hanno vissuto il momento delicato del trapianto nel momento molto delicato per tutti del Covid 19!!

Paolo è invece a fare gli esami di routine a Bologna, la sua convalescenza sarà un po’ più lunga perché il ricevente dell’organo ha il problema del rigetto da tenere sotto controllo.

Comunque la funzionalità dell’organo sembra andare bene. Quando Sabrina ha lasciato l’ospedale per tornare a casa è passata a salutare suo marito ben protetta e coperta come un’ astronauta, l’aveva visto l’ultima volta prima dell’intervento quando a lei stavano per togliere il rene e Paolo aspettava in una saletta attigua di poterlo ricevere, come un bel salvagente lanciato per salvare la vita.

A dire il vero Paolo non ha mai corso il pericolo di perdere la vita per quell’unico rene che aveva smesso di filtrare a dovere il suo sangue. Da quasi tre anni, con una macchina da dialisi sistemata a casa, riusciva a mantenersi in salute, ma quella macchina, chiamata amichevolmente prima Tilde poi Claire, era invadente, ingombrante ed esigente nella loro vita: pretendeva di passare con loro 8 ore ogni notte! Doveva seguirli in ferie: mare o montagna che fosse, pretendeva che gli appuntamenti venissero rigorosamente rispettati!

Un supplizio ormai, erano riconoscenti sì verso questa ancora di salvezza, ma bloccati da una necessaria artificiale pulizia quotidiana del sangue: la stanchezza era sempre più palpabile in Paolo, ma anche in Sabrina, la vita era abbastanza costretta dalle esigenze della macchina. Sabrina mi racconta con qualche sospirone come sono giunti circa due anni fa a cercare qualche altra possibile soluzione.

La soluzione più definitiva e la più “ liberatrice” era il trapianto, ormai

Un’ operazione di routine per il sant’Orsola Malpighi di Bologna.

Lista d’attesa….tempo che scorrre…….macchina sempre più invadente…..ma ci sarà un’altra possibilità per accellerare i tempi?

-Donazione da un vivente, da un familiare, dopo avere verificato la compatibilità!-

Paolo rifiuta subito l’ipotesi suggerita dai medici, nessuno dei suoi familiari, cioè il figlio e la moglie, devono esporsi ad un dono cosi impegnativo. Lui non ci pensa neanche!

Allora….fermi tutti i progetti….ferma la situazione….ferma la speranza di ritornare ad una vita più normale ….ma Sabrina non ci sta!

Lei, escludendo, d’accordo con Paolo, la donazione da parte di Edo, il figlio, vuole provare a vedere se c’è mai compatibilità con lei.

Iniziano a muoversi, Sabrina decisa, Paolo reticente.

 

 

Lui non vuole sentirsi in colpa verso il futuro di Sabrina, lasciata con un rene solo.

Ma chi conosce Sabrina sa che è difficile resisterle: iniziano gli esami, gli accertamenti, vengono fissate delle tappe per inoltrarsi in questo percorso che, sebbene già molto consolidato, rimane un percorso da fare con precisione, professionalità e senza leggerezze, sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Paolo all’inizio cerca di rallentare tutto, non è pronto a ricevere un dono così importante….non è pronto e …rallenta in tutti i modi…..ma poi Sabrina prende in mano la situazione e, una volta accertata la compatibilità, cerca di controllare la situazione, di dare fiducia a tutti e due. I familiari la sostengono quasi da subito!

Uno o più incontri con il professor La Manna, primario nefrologo, chiariscono a Paolo e Sabrina la fattibilità del dono di un rene senza conseguenze per il donatore, chiariscono anche che il successo del trapianto da un donatore vivente è più garantito che da un cadavere, il professore rassicura, incoraggia, minimizza i sensi di colpa….

Uno o più incontri con il comitato bioetico e con il giudice permettono di assicurare che il donatore non è forzato a donare il rene, ma consapevole e libero nella scelta. –Figurarsi, ero io che insistevo, Paolo non faceva altro che nutrire dubbi e sensi di colpa!-

Si procede. Si definiscono le date. Ma non è tutto così lineare: a fare di questa attesa una corsa ad ostacoli subentrano alcuni problemini in famiglia, la zecca del giardino che becca Sabrina a tradimento e ritarda, il Covid 19 che blocca. Sabrina deve presentarsi all’appuntamento in condizioni di salute perfette!

Ma finalmente viene fissata la data del 21 Agosto, quindi ricovero per tutti e due .

Ora Sabrina è nel letto d’ospedale ed attende l’ anestesia e l’asportazione del rene, Paolo aspetta nella saletta vicina.

Quando si risveglia Sabrina ha un male tremendo per qualche giorno, le raccontano che tutto è andato bene, non può vedere Paolo, se non in videochiamata, benedetti cellulari, lo rivede solo quando, dimessa per ritornare a casa, lo passa a salutare un attimo.

Lui la raggiungerà tra qualche giorno a casa.

In quei giorni, pochi in verità, di degenza ,non dimentichiamo che era periodo Covid e quindi le uniche persone che potevano andare a trovarla erano gli infermieri e tra loro alcune Casolane, o quasi Casolane, che lavorano proprio lì: vedere Beatrice ed Eleonora e poi la dottoressa Chiara, che grande sollievo!

Il racconto di Sabrina finisce qui, ora lei e Paolo procedono un passo alla volta verso la normalità della vita: uscire, lavorare, muoversi , incontrare , programmare un viaggio, la quotidianità che a volte sembra così banale è così importante per una buona vita!

Sabrina afferma che non ha fatto niente di eccezionale, una volta vista la possibilità l’ha voluta agguantare senza dubbi e senza paure.

Buona fortuna e buona vita Paolo e Sabrina!

Paola Giacometti

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