Una lunga estate siccitosa e calda. Frase breve e laconica che nasconde una situazione critica sul fronte degli approvvigionamenti idrici e su alcune colture. E’ il secondo anno di fila che riusciamo per un pelo a non cadere in regime di razionamento nell’acquedotto pubblico. Il calo brusco delle temperature e qualche acquazzone intenso ci hanno salvato in extremis almeno per le forniture idriche domestiche. Diverso è stato per le colture dove la siccità ha condizionato l’esito dei raccolti che sono stati magri soprattutto per la medica e il castagno.

Complice anche un’allegagione che aveva caricato di ricci le chiome dei castagni la carenza di piogge ha fatto maturare frutti molto piccoli. Pochi i marroni di buona o discreta pezzatura che una volta caduti a terra hanno poi subito l’appetito famelico di caprioli e di cinghiali che hanno falcidiato il già magro raccolto. I prezzi alti non hanno compensato la perdita di reddito dei castanicoltori.

Per gli altri frutteti l’aiuto compensativo per la carenza di pioggia è stata l’irrigazione. Già da parecchi anni una parte delle aziende agricole di Casola fruisce dell’acqua irrigua che viene tesaurizzata durante l’inverno negli invasi progettati dai tecnici del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.

Abbiamo posto alcune domande a Rossano Montuschi che dirige il distretto montano di competenza del Consorzio e che ha seguito personalmente tanti progetti proprio nel nostro territorio comunale. Lo ringraziamo anche per averci messo a disposizione la tabella che pubblichiamo in calce. Riguarda la piovosità misurata nella stazione di Casola dei primi nove mesi dell’anno, periodo entro cui si svolgono i cicli colturali delle principali colture agrarie e che ne condiziona lo stato vegetativo. Se la media negli ultimi venti anni è stata di quasi 630 mm, negli ultimi due è calata di un terzo raggiungendo appena i 430 mm nel 2021 addirittura un pelo sotto al famoso 2003 che tutti ricordiamo per la disastrosa siccità.

D1) Siamo a fine ottobre e si può ormai dire che la stagione siccitosa è conclusa. Anche per il kiwi, ultimo frutto irriguo a essere staccato, è partita la raccolta. Gli invasi irrigui casolani e anche quelli del circondario sono riusciti a a far fronte alla siccità?

R1) Si, si può affermare che la stagione irrigua è conclusa per la totalità delle colture irrigue più importanti del nostro territorio. Le tre strutture interaziendali presenti nel fondovalle del territorio casolano (invaso di Rio della Nave, delle Mighe e del Tufo) hanno ampiamente fatto fronte alla carenza di piovosità che sta caratterizzando quest’ultimo ventennio (vedi immagine). Tuttavia le situazioni più critiche si registrano nelle fasce pedecollinari a monte degli abitatati di Imola, Castel bolognese e Faenza mentre l’impatto della carenza di precipitazioni nel territorio casolano è sensibilmente inferiore.

D2) Qui a Casola il Consorzio gestisce numerosi acquedotti rurali. Qual è la situazione delle sorgenti che li alimentano e che un tempo, prima che per alcuni di essi si realizzasse il collegamento con l’acquedotto di Casola, erano l’unica fonte idrica?

R2) Sono presenti numerosi acquedotti rurale alimentati fin dagli ’60 con sorgenti perenni che sono stati oggetto di ammodernamento ed adeguamento con le risorse rese disponibile dagli utenti e dalla regione Emilia Romagna nell’ambito del PSR 2007. Questo ha consentito di interconnettere queste strutture con la rete pubblica e pertanto si è in grado di sopperire alla carenza di risorsa e alla scarsità delle sorgenti che nel periodo estivo riducono le portate di circa il 50%.

Tuttavia voglio sottolineare l’importanza di queste strutture che - se ben gestite - garantiscono l’alimentazione di fabbricati rurali sparsi sfruttando l’unica risorsa disponibile in aree extra urbane.

D3) L’estate appena trascorsa ci ha rammentato che sulla disponibilità della risorsa acqua si gioca la sostenibilità dell’agricoltura soprattutto in collina. Va detto che il Consorzio già da tempo ha messo in cantiere opere fondamentali per affrontare questa criticità. Avete altri progetti in merito?

R3) Se una ventina di anni fa si ipotizzava la realizzazione di strutture irrigue interaziendali unicamente al servizio di colture maggiormente idro-esigenti ad esempio il kiwi e il pesco ora la situazione è cambiata radicalmente in quanto si assiste ad una carenza di precipitazioni che rende difficile il completamento del ciclo produttivo di qualsiasi coltura. Faccio un esempio relativamente vicino: nella zona pedecollinare della valle Senio segnalo che quest’anno sono caduti 190 mm di piogge nei primi nove mesi dell’anno. Con il permanere di un regime delle precipitazioni di questa tendenza e in assenza di strutture irrigue non è pensabile la permanenza di aziende agricole economicamente vitali ancora per molti anni.

I progetti che stiamo portando avanti riguardano l’ampliamento di un sistema irriguo nella valle del Torrenete Sintria, nella porzione di comprensorio ricadente nel Comune di Casola Valsenio oltre ad uno studio di fattibilità per l’area di Pagnano a monte del capoluogo comunale.

Con buona probabilità nel primo semestre del prossimo anno dovrebbero riaprire i bandi a valere sulla misura 4.1.03 del PSR 2014-2020 che sarà prorogato – causa COVID – nel biennio 2022 e 2023.

A cura di Roberto Rinaldi Ceroni

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