A TRIBUTE TO KURT COBAIN
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Nell’ottica di attenzione alle potenzialità del territorio, che però non ceda a facili semplificazioni e mistificazioni a fini turistici, sono da segnalare le capillari iniziative messe in atto in campo museale dal comune di Castel del Rio. Dopo aver ospitato già da molti anni nei locali della rocca il Museo della Guerra e dal 2002 il nuovo Museo del Castagno, ha inaugurato sabato 3 aprile una ulteriore sezione di stampo etnografico, dedicata alle botteghe artigiane.
Il progetto e la realizzazione ad opera di Venerio Montevecchi, che già aveva curato il Museo del Castagno, ha trovato sede nei medesimi locali dove avevano sede le botteghe del fabbro e del calzolaio del paese....
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Caro ‘Lo Spekki(ett)o’,
da sempre faccio parte della redazione, ma questa volta approfitto del tuo sito per parlare ai casolani a puro titolo personale, perché voglio affrontare un tema di cui in redazione non si è discusso e sul quale non conosco l’opinione dei miei compagni d’avventura, in nome dei quali quindi non posso certo esprimere valutazioni. Anche perché è difficile esprimere valutazioni su una questione di cui, per ora e almeno per quello che ne so io, sono soltanto trapelate ‘voci di paese’, chiacchiere più o meno fondate (che poi sulle chiacchiere si costruisca spesso la storia di un paese è tema troppo vasto per essere affrontato qui adesso)....
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A metà del XIX° sec. l’Europa venne scossa dal manifesto del partito Comunista di Carlo Marx e Federico Engels. La questione sociale veniva alla ribalta della storia con la forza di una vera rivoluzione: ‘ Tremino le classi dominanti – diceva il manifesto (1848)– dinanzi alla rivoluzione comunista. In essa i proletari non hanno nulla da perdere tranne le loro catene e un mondo da guadagnare. Proletari di tutto il mondo unitevi!’. Fu una vera ventata di speranza di fronte alla quale ci si trovò in indiscutibile crisi. Apparve a molti che un nuovo sole dell’avvenire avrebbe illuminato il mondo spazzando via, con la lotta di classe, tutto il vecchio sistema ricco di ingiustizie....
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L’appennino tosco-romagnolo, è uno spazio connotato dalla peculiare distribuzione di testimonianze di religiosità e sacralità spesso semplicisticamente bollate come religiosità popolare. Se ad un primo sguardo le aree di montagna, appaiono povere di tutte quelle testimonianze monumentali che siamo soliti associare al sentimento religioso, e che divengono facili tappe di percorsi storico-artistici, una osservazione più attenta ci mostra un ambiente ricchissimo di tracce individuali e collettive del complesso rapporto con il sacro.
Diffusi solo in modo apparentemente caotico, edicole, maestà, pilastrini, madonnelle e croci isolate, portatrici di epigrafi, dedicazioni, icone, fotografie, simboli sacri, tramano e raccontano una realtà fatta relazioni, memorie, leggende di fondazione, eventi, ed azioni rituali, di estremo valore....
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Si sono svolte giovedì mattina 22 ottobre 1998 le operazioni per riportare alla luce i resti di Harry Castilloux, soldato dell’88° divisione statunitense caduto su Monte Battaglia nell’ottobre del 1944.
Al recupero della salma erano presenti Ronald Grosso, responsabile della American Battle Monument Commission, il sindaco di Casola Valsenio Marino Fiorentini, un rappresentante del Ministero della Difesa, il medico della USL e il responsabile del Corpo Forestale dello stato per le province di Ravenna e Ferrara.
Si deve infatti alle guardie forestali il rinvenimento casuale nella primavera scorsa dell’elmetto, della piastrina e di alcuni ossicini appartenuti al militare statunitense. Il terreno fu poi ricomposto e furono riavviate le procedure per il recupero del caduto....
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