LoSpekkietto ha da sempre dato spazio agli artisti locali che si cimentano nelle forme d’arte a loro più congeniali. Per questo numero abbiamo deciso di presentarvi la penna e la matita di Stefano Poggi di Borgo Rivola, conosciuto come una delle menti della società dei carri Extra. Ho parlato di penna e matita per dire che Stafano non solo è l’autore del racconto ma ne è anche l’illustratore. Alla mia domanda  quale racconto illustrato gli sarebbe piaciuto  pubblicare, ha risposto senza esitazione, Lo sparviero delle Stelle.

 

LO SPARVIERO DELLE STELLE

L’SM 79 “Sparviero” del babbo di Tonino era partito con il suo carico di siluri verso l’Africa, per dar fastidio a quegli inglesi che, senza saperne il motivo, andavano mandati via da lì. Non era bastato dirglielo, serviva proprio che ci andasse suo babbo; d’altronde anche quando a lui chiedevano di fare qualcosa non la faceva mai, ma nessuno lo aveva mai minacciato con gli aerei. Il fatto è che se anche era così lontano, probabilmente aveva saputo che aveva marinato la scuola, perchè era da un pò che non gli rispondeva alle lettere. Che fosse arrabbiato sul serio? E dire che aveva tante cose da dirgli! Sentiva sempre solo parlare della Guerra, ma lui voleva raccontagli di Agnese, di com’era bella e di come quasi l’aveva salutata l’altro giorno. Quasi non era mica poco, visto che lei era bella bella, con i genitori con il macchinone e i soldi, almeno così dicevano tutti. Suo babbo salutava tutti in modo strano e impettito, non capiva il perchè ma tutti avevano paura di quella famiglia li. Non capiva come visto che a lui, Agnese, non faceva paura per niente. Anzi. Lo faceva sentire perso, ma non aveva paura. Ecco si, quando guardava le sue lentiggini si sentiva sperduto come un omino nello Spazio.

Dicevano anche che i tedeschi non erano dei veri amici, ma a Tonino stavano simpatici perchè sapeva che avevano un missile che poteva andarci nello Spazio, e lo facevano per vincere la guerra. Lui ne stava costruendo uno uguale, ma non per vincere la guerra, ma per andare in altissimo, tipo lo Spazio, per vedere dov’era suo babbo, chiedergli scusa e raccontargli di Agnese. Ci lavorava giorno e notte al suo razzo, con i legni e le lamiere del capanno per gli attrezzi di Alfredo, che era andato fino in Polonia in treno in vacanza, ma tanto poi gli avrebbe ridato tutto. 
Ci dormiva anche li dentro, così per perdere meno tempo, e stava venendo bene tanto che somigliava quasi all’aereo del babbo, che aveva visto solo al cinegiornale. Era tutto mimetizzato in modo che i genitori di Agnese o gli inglesi non lo scoprissero e ci aveva pure scritto il nome sopra con un pennello bianco. Guardando in alto nel cielo, mentre finiva di preparare il suo razzo, con tutte quelle stelle fitte come le lentiggini di Agnese si sentì preso dalle vertigini come quando andava troppo forte in giostra, e sedutosi nel seggiolino si addormentò, con li suo sogno di arrivare in altissimo tra le lentiggini, tra le bombe, tra le stelle.

I racconti e le illustrazioni sono contenute nel sito https://principegirasole.tumblr.com/

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