Le sfide del quorum e l'incertezza elettorale in un contesto senza competizione
La redazione de «Lo Spekki(ett)o» si stava preparando ad organizzare, come già fatto nel 2019, un bel dibattito fra i candidati alla carica di sindaco nelle elezioni amministrative del 2024, avevamo già scelto la data, bloccato informalmente la sala del Cinema Senio, deciso come impostare la serata poi… beh, poi abbiamo scoperto che un dibattito era impossibile per assenza di contraddittorio. Una doccia fredda, inutile dirlo, non ce l’aspettavamo proprio. Allora abbiamo pensato che questo era il tema cardine di questa elezione. Che non significa che non siano importanti il programma dell’unico candidato, i nomi presenti nella lista, le parole che i candidati diranno da qui alle elezioni. Ma prima va fatto un altro discorso. Abbiamo provato a mettere in campo un ragionamento e a dare qualche spiegazione tecnica su quello che può accadere. Poi, a urne chiuse, ci sarà tempo per parlare di altro. Ma per guardare al futuro, facciamo un passo indietro...
Sabato 11 maggio 2024
Dopo settimane di indiscrezioni, suggestioni e supposizioni è arrivato il momento di conoscere ufficialmente i nomi dei candidati alla carica di sindaco di Casola Valsenio e le liste dei candidati al Consiglio comunale. Se nel campo del centro-sinistra è emerso con chiarezza già da un paio di settimane che il nome ufficiale del candidato sindaco è quello di Maurizio Nati – attuale vice-sindaco, che dopo una prima fase di riflessione in cui sembrava poco propenso ad accettare la proposta, probabilmente per la stanchezza, ha deciso poi di confermare la volontà di candidarsi alla carica di primo cittadino – nel campo del centro-destra le cose restano piuttosto incerte. Alcuni nomi circolano tra le chiacchiere di paese, si tratta a volte di attuali consiglieri, altre volte di persone nuove nel mondo della politica, addirittura qualcuno allude a nomi di un certo calibro nella politica locale e, qualcuno aggiunge, nazionale. In molti pensano che il mistero che aleggia intorno al nome del candidato del centro-destra sia dovuto alla volontà della compagine politica di giocare una carta importante all’ultimo momento. Nessuno si immagina quello che succederà.
Allo scadere dei termini di presentazione delle liste, con sorpresa generale, si scopre che correrà per le prossime elezioni amministrative la sola lista “Uniti per Casola” con candidato sindaco Maurizio Nati. Bisogna essere piuttosto esperti di diritto per non sottovalutare la situazione, infatti in molti pensano che le prossime saranno elezioni senza gara, senza competizione democratica, che il risultato è scontato. Ma le cose non stanno così, anzi si complicano.
Il quorum
Quorum è una parola latina che in questo caso indica «il quoziente, in numeri o in percentuale, dei voti espressi o dei votanti, richiesto perché una elezione o una delibera sia valida». In questi casi il quorum è fissato al 40%. Che cosa significa in pratica? Significa che se il numero dei votanti non raggiungerà almeno la quota del 40% degli aventi diritto le elezioni saranno invalidate, non verrà eletto nessun sindaco e le sue funzioni verranno svolte da un commissario.
Raggiungimento del quorum
Un’altra condizione per l’elezione dell’unico candidato alla carica di sindaco è che all’interno del numero dei votanti, quindi di quel 40% come minimo di cui sopra, la maggioranza dei voti vada a quell’unico candidato sindaco. Questo significa che il numero dei voti validi (in questo caso per forza i voti espressi a favore di Maurizio Nati) dovrà superare il numero delle schede nulle o bianche.
E dopo? Commissario?
Mettiamo il caso che non si raggiunga il quorum. A questo punto verrebbe nominato dal Prefetto della Repubblica un commissario che rimarrebbe in carica fino alle prossime elezioni ordinarie previste (leggi approfondimento). La presenza di un commissario implicherebbe l’assunzione da parte sua di tutti gli incarichi, deleghe e competenze di sindaco e assessori. Ovviamente non si insedierebbe il Consiglio comunale e sparirebbero le occasioni del dibattito democratico previste.
In caso di elezione del sindaco
Nel caso dovesse essere eletto Maurizio Nati, allora si insedierebbe anche il Consiglio comunale, ovviamente privo della componente di minoranza. Questa opzione significherebbe, automaticamente, che il Consiglio comunale, formato dai soli componenti della maggioranza, perderebbe di fatto il valore per cui è stato scelto ovvero quello della discussione. È vero infatti che non è un automatismo che tutti i membri di maggioranza di un Consiglio comunale votino sempre e comunque tutte le delibere, ma si tratta di situazioni sporadiche ed episodiche; solitamente la maggioranza è compatta nel momento di appoggiare le scelte della Giunta comunale. Vorrei evitare la lezioncina di storia, ma vale la pena ricordare che fin dall'antichità, nelle civiltà in cui sono riconoscibili le prime forme della democrazia, il valore che si attribuiva alla democrazia era anzitutto il valore della parola. Poter prendere la parola è appunto il primo gesto della democrazia. Come ebbe modo di ricordarmi un mio maestro, destinato e votato quasi per statuto ad un ruolo di minoranza nelle occasioni di discussione e nelle occasioni istituzionali in cui si era trovato a svolgere un ruolo di rappresentanza, «le minoranze servono sempre»; come a dire che anche un ruolo di minoranza ha grande dignità e importanza nel dibattito pubblico, sempre. Se ci ragioniamo bene, l'assenza di componenti della minoranza significa, di fatto, lasciare una parte della cittadinanza senza la possibilità di avere dei propri rappresentanti e di esprimersi tramite loro.
Perché non correre?
Di fronte alla mancanza di una lista propriamente di centro-destra o comunque di un’altra lista che potesse raccogliere preferenze da quell’area di riferimento, sorge spontanea la domanda su quale sia la ragione di una scelta di questo tipo.
La prima ipotesi
I maligni credono che il ragionamento prevalente sia stato all’insegna del «Piuttosto che correre e non vincere, meglio giocarsi la carta dell’azzardo» e quindi non permettere a Nati di diventare sindaco, lasciando l’amministrazione del Comune di Casola ad un commissario. Se si trattasse di una tattica politica di questo tipo, ovvero volta ad indebolire la compagine di centro-sinistra confidando principalmente sull’astensionismo, sarebbe motivo di biasimo. Si tratterebbe di un gioco che non esiterei a definire sporco, lontano da una logica di responsabilità. Ma come ho detto, si tratta sicuramente di voci sbagliate alle quali preferiamo non dare credito.
La seconda ipotesi
Possibile che la scelta di non correre dipenda invece dalla mancanza di un nome forte capace di competere con la candidatura di Maurizio Nati, certamente apprezzato in maniera piuttosto trasversale dai cittadini casolani? Se guardiamo però i risultati delle precedenti elezioni amministrative è bene ricordare che Gian Carlo Rivola con la lista “Alternativa per Casola” aveva raccolto 578 voti per un 37,7%, un risultato senza dubbio lontano da quello di Giorgio Sagrini e della lista “Uniti per Casola” (che aveva raggiunto il 59,4% con 910 voti) ma tutto sommato più che dignitoso per un esordiente. Non bisogna allora dimenticare neanche che alle ultime elezioni politiche la somma dei voti raccolti dai partiti dell’attuale maggioranza di Governo aveva raggiunto una quota altissima. Ad esempio in molti si sorpresero del balzo di Fratelli d’Italia che raggiunse a Casola quote impensabili pochi anni prima. Al di là delle mille speculazioni aritmetiche che possiamo fare, non c’è dubbio che per questa tornata amministrativa il centro-destra sarebbe partito da un potenziale bacino di elettori molto ampio. Sicuramente da confermare nella logica di un’elezione amministrativa, in cui i nomi e le storie dei candidati valgono molto, eppure non sarebbe stato così difficile immaginare almeno una conferma del precedente risultato o addirittura un discreto incremento. A questo punto sorge spontaneo un altro punto nevralgico della questione: perché lasciare una così ampia fetta di cittadini casolani senza una voce di riferimento? Perché non correre? Strano pensare che i partiti organizzati del territorio non si siano fatti avanti con soluzioni. Ricordiamo che nella tornata elettorale delle amministrative del 2014, ad essersi candidato per il centro-destra era stato Oriano Casadio, non un cittadino casolano, ma un navigato uomo politico con esperienza in altri comuni della provincia di Ravenna.
La terza ipotesi
L’ultima ipotesi da vagliare è quella della frattura interna, ma qui la mia capacità di fare congetture e approntare discorsi si arena perché non ho sufficienti elementi nemmeno per iniziare a fare un ragionamento. La perplessità forte verte su quali possano essere state le ragioni di una eventuale frattura: questioni programmatiche? Divergenze sui nomi da candidare al ruolo di consigliere? Si dice che tre indizi facciano una prova. Di indizi ne abbiamo pochi, di conseguenza non abbiamo nemmeno una prova. Certo è che non avere consiglieri di minoranza in sé costituisce, e costituirebbe anche a parti invertite, ovviamente, un azzoppamento del principio di rappresentanza democratica.
Leoni da tastiera
Stupisce il fatto, ma forse neanche più di tanto, che quando ci si nasconde dietro uno schermo, tutti sono capaci di giudicare, di lanciare anatemi, di stracciarsi le vesti, ma quando è il momento di fare un passo in più e metterci la faccia allora il coraggio scende come la colonnina di mercurio a dicembre, sotto lo zero. E non mi riferisco certo ai tanti che in questi anni si sono spesi direttamente e che hanno portato avanti le proprio idee. Infatti, per quanto possa sembrare retorico, dell'importanza di certe cose ce ne accorgiamo quando non ci sono; ecco, di quanto sia importante il dibattito nelle sedi istituzionali, ce ne accorgeremo a giugno. I leoni da tastiera speriamo abbiano il buon senso di non pigiare più i tasti.
Che cosa succederà domani
In questo preciso istante il mio articolo si ferma perché bisognerebbe tenere conto di altri fattori come l’astensionismo, le elezioni Europee, la consapevolezza degli elettori… Spero di essere stato chiaro e non rimane che lasciare a ciascun cittadino il sacrosanto diritto di prendere la propria decisione. Che cosa succederà domani? Chissà.
Riccardo Albonetti