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Intervista a Luigi Barzaglia, Presidente dell’Associazione Culturale CineSenio

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Scritto da benedetta landi
Categoria: Attualita
Pubblicato: 01 Dicembre 2019

 

In occasione della riapertura della stagione cinematografica del Cinema Senio, prevista per ottobre/novembre 2019, ho deciso di intervistare Luigi Barzaglia, colonna portante dell’Associazione Culturale CineSenio.

Luigi, da quanti anni sei coinvolto nel Cinema Senio e come ti sei avvicinato al cinema?

Trent’anni! Quando ho iniziato eravamo in molti: mi ricordo di Rodolfo Gentilini, Enrico Magigrana, Enrico Naldi, Domenico Contoli, Armando Suzzi, Roberta Mattioli, Araldo Giorgi (il proiezionista) e tanti altri! Ho deciso di avvicinarmi al cinema non perché nutrissi una passione particolare per i film, ma perché mi affascinavano gli aspetti tecnici della proiezione: la cinepresa, le pellicole... Allora a Casola funzionavano non uno bensì due cinema(!), ovvero l’attuale Cinema Senio ed il Cinema “del prete”: si facevano addirittura due proiezioni diverse in contemporanea, anche tra settimana. In quegli anni andavano soprattutto i film western.

Com’è cambiato il cinema nel tempo?

È cambiato tantissimo! Quando ho iniziato l’affluenza era molto più alta rispetto ad oggi. Riuscivamo a riempire sia la sala di sotto che quella di sopra! Il cambiamento più grande però è sicuramente quello inerente al modo di fare il cinema: con la pellicola era molto più semplice! Ora il procedimento è stato complicato dalle nuove tecnologie, ogni film deve essere scaricato e vanno sincronizzati video e audio… C’è bisogno di qualcuno con competenze informatiche!

Qual è la tipologia di pubblico che frequenta il Cinema Senio?

Prevalentemente il nostro pubblico è composto da bambini. I ragazzini dai 13 anni in su smettono di venire al Cinema Senio, preferendo la multisala… è normale che si spostino a Faenza vista l’età, ma è un peccato perdere quella fascia di pubblico. A parte i genitori che accompagnano i figli, purtroppo anche gli adulti sono pochi. Abbiamo fatto il pieno con “A star is born”, il film di Lady Gaga, ma solitamente anche i grandi preferiscono vedere i film nelle multisale subito dopo la loro uscita. Da noi arrivano con uno scarto di qualche settimana, e ormai tutti li hanno già visti altrove.

Negli ultimi anni avete promosso “Pizza e cinema” e reso disponibile la sala per i compleanni. Pensi che queste due iniziative abbiano incrementato l’affluenza?

Sicuramente sono un incentivo per frequentare maggiormente il cinema: bambini e ragazzi possono passare una serata tra amici in pizzeria e poi venire al cinema, usufruendo del biglietto ridotto, oppure festeggiare il compleanno guardando con gli amici un bel cartone animato. Continueremo a proporre queste cose per cercare di avvicinare ancora di più i bambini e le loro famiglie.  

Quali sono le difficoltà nel portare avanti un piccolo cinema di paese nell’epoca delle multisale?

Fino al 2006 non abbiamo avuto questo problema. Poi, con la nascita e la diffusione delle multisale, ci siamo resi conto di quanto fosse difficile portare avanti un cinema di paese… soprattutto di un paese di collina! Ormai siamo rimasti gli ultimi. Le spese da sostenere sono tante e spesso fatichiamo a coprirle tutte: spesa per il noleggio del film, per il corriere, per le locandine, per la SIAE, per il riscaldamento… dobbiamo ringraziare il Comune perché si fa carico delle utenze, ma le spese residue rimangono comunque tante.

Quanta importanza hanno i volontari nel portare avanti l’attività del cinema?

I volontari sono tutto! Al momento sono impegnate una decina di persone, tutte volontarie, ma le cose da fare sono tante e ci vorrebbe una squadra ancora più numerosa! Ci vuole qualcuno che prenoti i film, qualcuno esperto in nuove tecnologie che si occupi di scaricarli, qualcuno esperto in burocrazia per fatture e permessi, qualcuno disponibile ad accendere il riscaldamento ogni pomeriggio prima della proiezione, qualcuno che ritiri i film agli orari prestabiliti dal corriere, qualcuno che si occupi della biglietteria… da fuori potrebbe sembrare un lavoro semplice, ma non lo è affatto!

Non solo cinema… Ma anche concerti, spettacoli e proiezioni fotografiche.

Quando ho iniziato, al Cinema Senio si organizzavano delle feste grandissime, soprattutto di Carnevale! Si ballava e ci si divertiva… E per noi era un’ulteriore fonte di guadagno che ci consentiva di portare avanti il Cinema. Oggi tutte le iniziative sono organizzate dal Comune o dalle altre Associazioni - noi purtroppo non abbiamo le risorse per dedicarci anche ad altro oltre alle proiezioni cinematografiche.

Un ringraziamento speciale a Luigi per questa intervista ma soprattutto per l’impegno profuso nel corso di tutti questi anni nell’Associazione CineSenio! È grazie a lui se ancora oggi possiamo vantare una sala cinematografica a Casola nonostante le difficoltà. Tutti coloro che volessero dare un contributo possono offrire un po’ del loro tempo per dare una mano ai volontari: il cinema a Casola è una grande risorsa che non può andare persa!

Grazie anche al Circolo Fotografico Casolano per aver fornito queste spettacolari testimonianze fotografiche (appartenenti alla serie di fotostoria casolana di Sbarzaglia Gianpaolo), che raffigurano come il cinema sia veramente cambiato negli anni, mantenendo però intatta la magia delle luci che si spengono e dello spettacolo che ha inizio sul grande schermo.

Benedetta Landi

Oriani, il Cardello e il fascino della Romagna

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Scritto da benedetta
Categoria: Cultura
Pubblicato: 01 Luglio 2019
Prima serata: 19 maggio Il Cinema Senio ha ospitato la prima serata del Festival “Oriani, il Cardello, il fascino della romagna”, che ha visto come direttori artistici il Maestro Michele Soglia e il Maestro Raffaello Bellavista. Questo primo evento è stato organizzato in collaborazione con la Pro Loco di Casola Valsenio e si inseriva all’interno della manifestazione “Erbe in fiore”. La serata è iniziata con i saluti da parte di Bruno Boni e Maurizio Nati, in rappresentanza della Pro Loco e dell’amministrazione comunale. Dopodiché si sono alternati momenti musicali e interventi da parte di illustri relatori. Ha aperto la serata il baritono Raffaello Bellavista, accompagnato dalla pianista bolognese Maria Laura Berardo, presentando alcune arie d’opera: da “L’elisir d'amore” di Donizetti a Mozart, fino ad arrivare a Bellini e alla struggente “Resta immobile”, tratta dal Guglielmo Tell di Rossini. La musica ha poi lasciato spazio all’intervento di due relatori d’eccezione, Giordano Conti, presidente della Casa Artusi e il principe Maurizio Agosti, attore e maestro delle cerimonie del Carnevale di Venezia. L’incontro tra questi due mondi è stato moderato dal giornalista Pietro Caruso. Il dibattito era incentrato su affinità e differenze tra la cucina tradizionale romagnola e la cucina futurista. Artusi è stato uno dei primi a dar vita al grande romanzo della cucina e si è fatto ambasciatore nel mondo della scienza in cucina e dell’arte di mangiar bene, esportando in tutto il mondo la tradizione culinaria romagnola. Lo dimostrano le innumerevoli esperienze all’estero che vedono protagonista la Fondazione Casa Artusi, la nascita di Accademie in Russia, Filippine e Brasile e le innumerevoli traduzioni in lingue straniere del volume di cucina del grande maestro. La cucina romagnola, come ha ribadito Conti, si fa portavoce nel mondo del valore della convivialità e si fonde con l’intero patrimonio storico e culturale dell’Italia, paese del “bello” e del “buono”. L’attore Maurizio Agosti ha invece indossato magistralmente i panni del futurista Filippo Tommaso Marinetti, autore del “Manifesto della cucina futurista”, il quale rompe con la tradizione e propone un modello decisamente innovativo e alternativo. In linea con gli ideali futuristi, anche il cibo modifica sostanzialmente le sue forme e le sue funzioni. I due relatori hanno quindi messo a confronto alcune ricette, presenti nelle opere di Artusi e di Marinetti, in una sfida tra “cappelletti di romagna – ricetta n° 7” e “pranzo ufficiale futurista” che ha particolarmente appassionato e divertito il pubblico. L’ultimo intervento musicale ha visto protagonista il Duo Bellavista-Soglia, che ha proposto tre brani in linea con gli ideali futuristi di velocità e dinamismo: “Doctor gradus ad parnassum” del compositore francese Debussy, in un arrangiamento per marimba, “Catching shadows” di Ivan Trevino, per pianoforte e marimba, e infine “Heroes”, il famosissimo brano di David Bowie, riarrangiato dai due Maestri ed eseguito con marimba, pianoforte, percussioni e voce baritonale. La serata si è conclusa con un ricco buffet offerto dalla Pro Loco. Seconda serata: 26 maggio La seconda serata del Festival ha visto la partecipazione di due ospiti d’eccezione: Ivano Marescotti e Franco Costantini. Ivano Marescotti ha dapprima deliziato il pubblico con un monologo incentrato sulle differenze dialettali all’interno della Romagna, per poi passare ad un discorso sulla poesia: “la maggior parte delle persone ha una concezione negativa della poesia, ma essa non è avulsa dalla nostra vita, essa fa parte della nostra vita quotidiana!”. La stessa Divina Commedia, la quale può essere considerata la più grande poesia di tutti i tempi, contiene dei termini in dialetto romagnolo nel XXI canto dell’inferno. Dante ha preso la lingua del popolo e l’ha elevata, e lo stesso hanno tentato di fare alcuni poeti romagnoli, non perdendo però mai di vista l’ironia. Marescotti e Costantini hanno intrapreso un viaggio all’interno della poesia romagnola, partendo da Vincenzo Monti (autore del poemetto “Prometeo” e traduttore dell’Iliade di Omero), passando da Raffaello Baldini e Olindo Guerrini, conosciuto come Stecchetti, e arrivando ad Alfredo Oriani, conosciuto come saggista ma non come poeta, nonostante in gioventù avesse scritto una raccolta di poesie, da lui stesso successivamente criticata. Non sono mancati i riferimenti al grande Giovanni Pascoli, che con la sua poesia “Romagna” ci dona una sintesi suprema della nostra terra: “Sempre mi torna al cuore il mio paese cui regnarono Guidi e Malatesta, cui tenne pure il Passator cortese, re della strada, re della foresta.” Il Duo Bellavista-Soglia per l’occasione ha proposto una rielaborazione in chiave colta alcune cante romagnole. I brani presentati sono stati “Gli scariolanti”, “La majê” (nel quale al duo si è aggiunta la voce della cantante Stefania Cattani) e “Bela burdela”. La serata si è conclusa con il brano “Libertango” di Astor Piazzolla. I Maestri hanno sottolineato l’affinità tra il brano e i temi trattati nel corso della serata: così come Dante aveva nobilitato il volgare, Piazzolla ha nobilitato il tango, portandolo nei grandi teatri di tutto il mondo. Terza serata: 9 giugno La terza serata del Festival si è tenuta nella bellissima location del Cardello ed è stata aperta dai saluti di Erik Lanzoni, presidente dell’IF Imola-Faenza Tourism Company. La Sala Pifferi ha accolto due ospiti d’eccezione: il giornalista Pietro Caruso e il giornalista sportivo Marino Bartoletti, conosciuto sia dal pubblico televisivo che da quello radiofonico per le sue apparizioni in qualità di direttore di Rai Sport e di commentatore del Giro d’Italia. Il dibattito si è sviluppato attorno al tema della passione dei Romagnoli per la bicicletta. Oriani può essere considerato il primo cicloturista della storia, perché ha fatto della bicicletta non solo un mezzo di locomozione, ma anche un mezzo di svago, utilizzato per evadere dai vincoli imposti e vivere esperienze di libertà. Caruso ha sostenuto che proprio questo senso di libertà sia da sempre appartenuto ai Romagnoli, che probabilmente hanno visto nella bicicletta un mezzo per esprimere tale sentimento. Marino Bartoletti ha poi rapito l’attenzione del pubblico con un affascinante racconto sulla storia del ciclismo e sull’importanza che questo sport ha avuto, nel corso della storia, per gli italiani. Fausto Coppi e Gino Bartali, conosciuti come i più grandi ciclisti nella storia dell’Italia, hanno compiuto imprese eroiche a cavallo delle loro biciclette, non solamente nei tracciati del Giro d’Italia: Bartali, durante le persecuzioni degli ebrei in Italia, trasportò all’interno della sua bicicletta documenti falsi per aiutarli ad avere una nuova identità e a sfuggire alla deportazione nei campi di concentramento nazi-fascisti. Un albero nel Giardino dei Giusti, a Gerusalemme, è dedicato a lui. “Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca” (Bartali) Il 9 giugno 1940 Fausto Coppi, poco più che ventenne, vinse il suo primo Giro d’Italia, il 28esimo della storia. Il 29esimo iniziò più di sei anni dopo: il giorno dopo la vittoria di Coppi, infatti, Benito Mussolini annunciò l’entrata in guerra dell’Italia. Dopo la fine della Grande Guerra, la Francia, paese vincitore, non organizzò il Tour de France. L’Italia, paese vinto, organizzò invece il Giro d’Italia. Vennero racimolate un centinaio di biciclette, un centinaio di corridori, vennero organizzate delle squadre di sicurezza utilizzando alcune macchine e mezzi bellici. E il Giro d’Italia ripartì, il 15 giugno del 1946. Ripartì in un’Italia distrutta, rasa al suolo dai bombardamenti, un’Italia che aveva perso tutto. Ma non lo spirito che spingeva quei ragazzi a gareggiare, donando nuove motivazioni e nuovi sorrisi agli italiani. Bartoletti ha paragonato Coppi e Bartali, i grandi protagonisti di questo Giro, a Garibaldi, che nel lontano 1861 riuscì ad unire il Paese: “Garibaldi aveva costruito un’Italia che non c’era; loro ricostruirono un paese che non c’era più”. Il Giro partì da Milano e attraversò Napoli, Ancona, Roma, Firenze, Trento, Verona e Trieste, che in quel periodo era una terra straniera. Quel 29° Giro d’Italia passò proprio da Trieste, città per la quale era iniziata la Prima Guerra Mondiale, portando alla città la prima carezza degli italiani. Dopo aver parlato di grandi campioni, Caruso ha chiesto a Bartoletti di parlare dei gregari, di quei ciclisti spesso dimenticati che lavorano affinché il caposquadra possa vincere. Bartoletti ha sottolineato più volte l’importanza di tale ruolo nella squadra, citando due gregari che hanno segnato in modo particolare la storia del ciclismo: Davide Cassani, che ha messo a frutto la sua lunga esperienza e le sue competenze tecniche e divulgative, diventando commentatore televisivo e dirigente sportivo, e Michele Scarponi, l’atleta marchigiano tragicamente scomparso nell’aprile del 2017. Quest’ultimo rinunciò alla vittoria di quella che sarebbe stata la tappa più importante della sua vita per aiutare il suo caposquadra Vincenzo Nibali. Il simbolo della Fondazione Michele Scarponi, nata dopo la sua prematura scomparsa, raffigura il ciclista con un piede a terra, mentre si ferma per lasciar passare gli altri atleti e aspettare il suo caposquadra in difficoltà. Quel giorno Scarponi avrebbe potuto vincere, ma non si è tirato indietro quando gli è stato chiesto di fermarsi. “Scarponi è un atleta che ha fatto della lealtà la sua bandiera” e quel piede a terra non è simbolo di sconfitta, bensì di una grande umanità. Pietro Caruso ha rivolto un’ulteriore domanda a Marino Bartoletti, chidendogli di fare un salto nella storia del ciclismo e di passare dagli anni gloriosi di Bartali e Coppi agli anni ’80, caratterizzati dallo scandalo del doping. Bartoletti ha risposto in modo molto semplice ma non banale: il doping sono gli sponsor e le loro pressioni crescenti, il doping sono i giornalisti sportivi, sono gli organizzatori delle gare, sono gli spettatori, che chiedono di alzare sempre più il livello, in uno sport in cui la fatica fisica è una componente innegabile, in uno sport in cui spesso si sono dovute correre tappe di oltre 390 km. Il doping non va giustificato, ma bisognerebbe, a suo parere, adottare un atteggiamento più indulgente nei confronti degli atleti. L’intervento dei due relatori si è concluso ricordando Marco Pantani, un atleta che è stato in grado di fermare l’Italia, portando tutto il grande pubblico davanti agli schermi televisivi e lungo le strade, per assistere alle sue grandi imprese. Bartoletti ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Pantani e, in sua memoria, ha letto un passo del suo libro, nel quale racconta di un compleanno festeggiato assieme a lui e cita alcuni versi del cantautore Francesco Guccini: “Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi…” Il Duo Bellavista-Soglia ha eseguito per l’occasione i tre tempi del concerto “Magellan” del compositore francese Sejourne, ispirato al viaggio del grande esploratore portoghese Ferdinando Magellano. La Sala Pifferi ha accolto per l’occasione numerose stampe e biciclette storiche, appartenenti a collezioni private, tra cui figuravano alcuni pezzi unici: una bicicletta militare, la bicicletta del medico, quella del lustrascarpe e quella dei pompieri. Quarta serata: 16 giugno L’ultima serata del Festival si è aperta con l’Inno di Mameli e con la Marsigliese, ad opera del Duo Bellavista-Soglia e della cantante Stefania Cattani. La musica ha poi lasciato spazio alla storia, e più precisamente alla narrazione, ad opera di Antonio Patuelli, relativa al Risorgimento italiano. Il suo intervento è stato mediato dal giornalista Pietro Caruso e ha riguardato interessanti aspetti del Risorgimento in Romagna, con riferimenti all’influenza dello Stato Pontificio sul territorio, all’impegno politico di Alfredo Oriani e alla vita quotidiana delle persone, che cambiò dopo l’introduzione del matrimonio civile. Dopo la conferenza tenuta dal Presidente dell’ABI Antonio Patuelli, il Duo Bellavista-Soglia, ancora una volta accompagnato dalla cantante Stefania Cattani, ha proposto un repertorio di composizioni popolari legate al periodo risorgimentale e alla cultura francese. Il Festival “Oriani, il Cardello, il fascino della romagna” ha voluto mettere in luce la ricchezza del nostro territorio e delle bellezze che Casola possiede. Ha ospitato numerose personalità appartenenti a molteplici settori culturali, che hanno rapito con il loro sapere l’attenzione e la curiosità degli spettatori. Ad essi si sono aggiunti i M° Bellavista e Soglia, che con la loro professionalità e capacità di coinvolgere il pubblico, hanno presentato in ogni serata repertori affini alle tematiche trattate. I ringraziamenti per la realizzazione di questa ricca rassegna culturale vanno innanzitutto alla neo-nata Accademia del Melo Silvestre, di cui Raffaello Bellavista e Michele Soglia sono rispettivamente Presidente e Vicepresidente. Grande merito va inoltre all’Amministrazione Comunale e alla Pro Loco di Casola Valsenio, che hanno reso possibili le quattro serate. Per ultimi, ma non per importanza, vanno ringraziati i relatori che hanno preso parte a questa rassegna e ovviamente il numeroso pubblico che ha partecipato con grande interesse. Benedetta Landi

INTERVISTA ALL’ASSESSORE MARCO UNIBOSI

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Scritto da Super User
Categoria: Politica
Pubblicato: 01 Novembre 2019

Abbiamo il piacere di porre qualche domanda all’assessore Marco Unibosi.

 

Tra le sue deleghe la più importante forse è quella denominata “Bilancio e Tributi”. Si tratta di una di quelle materie un po’ da specialisti e soprattutto si tratta di una di quelle materie che diventano di dominio pubblico solo nei casi di dissesti finanziari, buchi, errori clamorosi. In effetti però è proprio sul bilancio che si giocano tante partite politiche; mi spiego meglio, scegliere di destinare soldi ad una voce anziché ad un’altra non è questione di poco conto. Le sembra giusto questo tipo di ragionamento?

 

Sono assolutamente d’accordo. Probabilmente, infatti, l’atto più importante che il Consiglio Comunale vota ogni anno è il bilancio di previsione per l’anno successivo. Il bilancio di previsione è quel documento che delinea dove l’Amministrazione decide di reperire e quindi destinare le risorse, quindi quali e quanti servizi erogare.

Bisogna ammettere che nella realtà dei fatti, negli ultimi anni, le possibilità di scelta su dove prendere le risorse si sono quasi completamente azzerate in seguito all’eliminazione dell’IMU e della TASI sulla prima casa e all’impossibilità, fino all’anno scorso, di rivedere al rialzo le altre tassazioni. Nel corso degli ultimi anni, inoltre, un po’ per i continui tagli nei trasferimenti ed un po’ per l’aumento dei costi dei servizi correnti, è stato sempre più complicato scegliere liberamente anche dove destinare le risorse. Nonostante tutto, ci siamo sempre dati come priorità il sostegno alle fasce deboli e il mantenimento dei servizi sociali, anche tramite il sostegno alle associazioni di volontariato che non ringrazierò mai a sufficienza per quello che fanno per la nostra comunità e che hanno sempre maggior bisogno di leve giovani al loro interno per poter proseguire nelle loro attività.

Stiamo chiudendo in questi anni mutui iniziati anche decenni fa e questo ci limita molto nelle possibilità di spesa e di manovra. Quando saranno disponibili più risorse sarà sicuramente più stimolante amministrare Casola Valsenio, con più margini decisionali. Riteniamo un valore aggiunto aver lavorato così duramente nella riduzione del debito anche se, a tutti gli effetti, i cittadini non ne vedono i risultati nell’immediato ma solo a posteriori.

 

Quali scelte da questo punto di vista stanno caratterizzando il vostro operato e lo marcheranno nei prossimi anni?

 

Come accennavo precedentemente, il punto fermo che abbiamo mantenuto in questi anni è stato il mantenimento dei servizi alla persona che vanno dall’istruzione al sociale, considerando che i costi di questi servizi sono aumentati molto, essendo aumentate le necessità delle persone.
Tramite fondi aggiuntivi destinati ai nidi, abbiamo inserito, da quest’anno, un sistema di tariffazione su fasce ISEE anche al nido comunale, nell’ottica di permettere ad un numero maggiore di famiglie di poter accedere a questo tipo di servizio, estremamente importante nella crescita di un bambino. Tutti gli interventi, anche molto costosi e quindi impegnativi, che abbiamo fatto in questi anni (asilo comunale e palestra comunale in particolare) sono stati possibili o grazie ad una importante contribuzione da altri enti o, nel caso della palestra, per necessità di funzionamento: in questo caso si è fatta la scelta politica di non rinunciare ad un servizio, anche per la sua funzione didattica per la scuola media. La manutenzione degli edifici e del patrimonio pubblico sono stati i nostri fari, per continuare ad erogare servizi e far sentire meno la lontananza dai centri abitati più grandi, cercando di non far mancare nulla ai casolani.

 

 

 

Possiamo fare un quadro delle finanze del Comune di Casola Valsenio?

 

Il bilancio è costruito su annualità e si basa sul principio del pareggio di bilancio: le entrate e le uscite devono equivalersi e devono essere assiduamente monitorate nel corso dell’anno.

Sia le entrate sia le uscite sono suddivise in due grandi categorie: correnti ed in conto capitale.

 

Le entrate correnti sono a loro volta suddivise in titolo I, costituito dalle imposte, titolo II, costituito dai trasferimenti da altri enti e dal titolo III, costituito dalle entrate extra-tributarie che derivano dai servizi a domanda individuale come la mensa scolastica ed altri servizi analoghi.

 

Le entrate in conto capitale sono formate da contributi esterni, oneri di urbanizzazione e alienazioni di beni. Ci tengo a far presente che, com’è intuibile, gli oneri introitati dal Comune si sono ridotti drasticamente negli ultimi anni essendo legati all’attività edilizia che risente di un forte rallentamento a Casola Valsenio.

 

Per quanto riguarda le spese correnti sono contenute nei titoli I e III e corrispondono ai servizi erogati ai cittadini, utenze, affitti, manutenzioni ordinarie, spese del personale e pagamento del debito, mentre le spese in conto capitale sono legate essenzialmente alle opere pubbliche ed agli acquisti di immobili o strutture.

Bisogna tener conto che, per legge, non tutte le entrate sono liberamente spendibili per qualunque tipo di spesa, per fare un esempio le entrate dalla TARI, tassa sui rifiuti, devono coprire in toto i costi di gestione del servizio di raccolta ed il Comune non può decidere di destinare altre risorse a copertura di questo servizio, quindi l’unico modo per ridurre la TARI, per i cittadini, è aumentare la raccolta differenziata riducendo i costi di smaltimento dei rifiuti in discarica.

 

Nel modo comune di sentire lei è un politico giovane eppure ha già un bagaglio di esperienza notevole: un mandato da consigliere e assessore, adesso il secondo, un mandato da segretario della sezione locale del PD, consigliere dell’Unione dei Comuni. Da cosa nasce questa passione per la politica?

 

Credo che nonostante la continua retorica che si sente spesso in giro, con frasi del tipo “sono sempre loro” o “non se ne vanno mai” in realtà, allo stato dei fatti, stiamo vivendo un periodo di forte rinnovamento politico, anche e sopratutto nei volti dei protagonisti...ciò non significa, a mio modo di vedere, che si sia alzata la qualità e, anzi, temo che il rinnovamento a tutti i costi abbia portato a manie di protagonismo e narcisismo che poco si sposano con il mio modo di vedere la politica e di fare le cose.
La mia passione politica è sempre andata crescendo negli anni ed ancora adesso mi ritengo una persona di sinistra molto convinta, anzi, sempre più convinta.

Non so dire di preciso da dove nasca la mia passione...ho iniziato facendo il volontario alla festa dell’Unità e molto rapidamente sono stato catapultato all’interno del Partito Democratico nel quale ho conosciuto persone splendide che mi hanno saputo far amare la politica.

Vivendo poi sempre a stretto contatto con chi ama la politica non si può che amarla e ovviamente, come molti, anche io soffro quando la vedo così bistrattata ed usurpata da chi la esercita solo per propri interessi...questo però mi spinge a lottare con maggiore passione e voglia di cambiamento, senza lasciarmi vincere dalla noia o dalla rabbia. Sembrerò vecchio e all’antica nel mio modo di ragionare, ma credo che serva anche alle giovani generazioni provare a pensare ad un mondo diverso, non avvitato nel consumismo ed immerso nel capitalismo...insomma, dagli anni ‘80/’90 in avanti in realtà i colori politici si sono molto sfumati e la società e la lotta politica si sono adagiate nella comodità della comunicazione di massa e nella retorica della vendita di sé. Credo sia necessario ripartire dalle basi: da cos’è la Costituzione, cosa sia uno Stato e cosa sia il vivere civile..ma sopratutto, credo si debba riprendere in mano il senso del vivere e di cosa sia una vita umana. Si sta disumanizzando la società riducendola ad un mero utilizzo ed impiego di soldi e si sono persi di vista i valori fondanti dell’essere umano, vale la pena appassionarsi, non crede?

 

Sono anni di trasformazione per Casola, non necessariamente positiva: il calo demografico, attività che chiudono, poche prospettive per i giovani. In tutta onestà è difficile pensare che nel breve termine si possa arrestare un cambiamento del genere. La politica però ha il compito di guardare più avanti dell’oggi. Su che cosa è necessario puntare?

 

Credo sia miope e stupido non essere preoccupati e consapevoli della situazione che sta attraversando Casola. Pur tenendo conto della tenuta delle imprese produttive, non si può, come detto, non vedere l’allontanamento dei giovani e la chiusura di attività nel centro storico. E’ illusorio e fuorviante, però, pensare che il Comune possa invertire la tendenza da solo. Sicuramente scelte politiche e di prospettiva possono incentivare i giovani a rimanere o, perché no, a tornare a Casola ma per un intervento di più ampio respiro, serio e corposo, è necessario lavorare in sinergia con Stato, Regione, Provincia e tutti i soggetti privati interessati. Una delle cose che più abbiamo ripetuto nell’ultima campagna elettorale è proprio la necessità di una fiscalità di vantaggio, ad esempio. Per capirci, prendiamo il mio caso personale: io lavoro a Faenza e percepisco, ovviamente, lo stesso stipendio dei miei colleghi faentini...ma il mio stipendio vale in realtà di meno nella vita di tutti i giorni perché almeno 200€ mensili vanno a compensare le spese di trasporto tra carburante ed usura del mezzo. Sarebbe giusto che i cittadini dei paesi collinari potessero detrarre le spese di trasporto dalla loro dichiarazione dei redditi, quantomeno per non rimetterci economicamente senza considerare il tempo dedicato a muoversi e tolto ad altre attività. Vanno dati, insomma, incentivi a chi decide di abitare in collina o strutturare i servizi in modo che ci sia il minor disagio possibile (ad esempio quest’anno, anche grazie alla collaborazione dell’ausl, delle operatrici e dei medici di base, abbiamo lavorato per riattivare al CUP di Casola alcuni servizi di prenotazione che in precedenza si potevano svolgere solo da Faenza e si sta ragionando ancora per migliorare ulteriormente, senza costringere i cittadini a spostarsi). Analogamente si sta spingendo moltissimo per accelerare nella fornitura della banda ultra-larga a Casola Valsenio tramite la fibra ottica, anche per permettere, ad esempio, di attivare i lavori da casa o potenziare le possibilità economiche per imprenditori e cittadini. E’ necessario, nella società del futuro, ridurre al minimo gli spostamenti quando possibile...e alcune attività di ufficio o progettazione si sposano benissimo con questo tipo di approccio. Si riducono l’inquinamento, il tempo perso ed ovviamente si incide meno sugli stipendi dei cittadini.

Sicuramente, in ultimo ma non per importanza, Casola dovrà investire sempre di più nella sua vocazione turistica e culturale, sul bellissimo parco fluviale che andrà valorizzato per la sua tipicità da Grand Canyon che non è così frequente e non adeguatamente utilizzata.

 

 

Una domanda strettamente politica. Lei fa parte dell’ala sinistra del Partito Democratico e non ha mai risparmiato critiche a Renzi, ma allo stesso tempo mi sembra di capire che non vedeva con ammirazione il M5S. Gli attuali cambiamenti, la scelta di formare un nuovo governo PD-M5S e l’uscita di Renzi da PD sono stati certamente motivo di riflessione. Il PD è ancora alla ricerca di una sua identità oppure tutto quello a cui assistiamo fa parte oramai della politica di questi anni? Quale è più in generale il suo stato d’animo.

 

Ammetto di essere nella cosidetta ala sinistra del PD ma non faccio parte di coloro che hanno criticato Renzi…o quantomeno mi pare di averlo sempre fatto nelle riunioni di partito e nei luoghi preposti perché credo che il Partito sia una comunità che al suo interno debba essere limpida e sincera...e io sinceramente critico e discuto, anche ferocemente...ma poi all’esterno si va compatti. Il problema forse di questi anni è stata la poca limpidezza all’interno e la poca volontà di trovare soluzioni comuni, nell’intenzione invece di imporre un’idea o una visione su quelle degli altri… ho sempre considerato le differenze una ricchezza, anche se mi rendo conto che sia molto più difficile elaborare idee insieme. La speranza è quindi che si impari dagli errori e si riesca a mettera da parte i propri egocentrismi concentrandosi nella costruzione di una proposta seria ed innovativa per il futuro.

Detto ciò, non ho mai amato come non amo adesso alcune idee del M5S, come il vincolo di mandato, la democrazia diretta che sembrano banalità di poco conto ma che in realtà sono il vero nocciolo della questione democratica.

Ero uno di quelli che un anno fa ha implorato di andare al tavolo con i 5 stelle e provare a fare un governo, non per stare sulla poltrona (non mi pare di occupare alcuna poltrona) ma per la necessità di lavorare seriamente nel bene del paese, capire se si potessero costruire politiche di sinistra con un movimento che non è né carne né pesce.

Tutti sappiamo com’è andata.

In ultimo per cronologia, l’uscita di Renzi dal PD… devo ammettere che la vedo come l’ennesima mossa tattica per un proprio scopo personale ma devo rilevare che quantomeno adesso le carte sono più chiare e scoperte.

Io spero solo che le persone capiscano che non è allontanandosi dalla politica che questa migliora né tantomeno migliorano le proprie condizioni di vita ma è dando un continuo apporto di idee, rompendo le scatole e lottando per i propri diritti il miglior modo per ottenere risultati.

Voglio chiudere con una frase di Gramsci: “Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

 

Riccardo Albonetti

 

 

FESTA DELLA MISERICORDIA 2019

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Scritto da Ginko
Categoria: Eventi
Pubblicato: 29 Agosto 2019

Anche  quest’anno  la nostra Fraternita rinnova l’appuntamento con la  tradizionale “Festa della Miser”  nelle giornate di  Venerdi 6  Sabato 7 e Domenica 8 Settembre prossimi

  

Confermato il Torneo di Calcetto “Misericordito “ con il prezioso aiuto dell’ ASD Casola e dei  i genitori dei ragazzi.

Confermata anche la tradizionale lotteria

 

Tutte le serate saranno allietate da Musica dal vivo; si comincia il   Venerdì sera,  con musica italiana e non  interpretata dal duo “ i best (iali) ”

    Sabato sera Concerto di Luca Geminiani & friends,  mentre nella serata di Domenica si esibirannoGruppi musicali casolani,  giovani… ed altri  meno giovani.

 

Presso lo stand gastronomico si potranno gustare i tradizionali piatti della nostra cucina ;  ottimi Primi piatti e Secondi   della tradizione Romagnola , Patate Fritte, Pomodori  ecc. ;  annaffiati con  buon Vino delle nostre colline o da ottima Birra alla spina tedesca.

 

Durante tutte le giornate  sarà possibile tesserarsi o rinnovare la propria adesione alla Fraternita  di Misericordia per l’anno 2019 /2020

 

Siamo certi che,  come sempre,  i casolani sapranno esserci vicini ,  condividendo qualche ora in allegra convivialità … e contribuendo in questo modo al finanziamento delle attività della Fraternita.  Tra l’altro quest’anno festeggiamo il 40° anniversario della fondazione;  che non consideriamo  un traguardo ma  è comunque una tappa importante del nostro cammino.    

 

Approfittiamo  di questo spazio anche  per divulgare alcuni numeri relativi alle attività di Taxi sanitario svolte nel corso dell’anno precedente.

Per il SERVIZIO TAXI  nell’anno 2018 :

  • ·Sono stati percorsi in totale ben ,  in linea con Km. 36.543 del 2017
  • ·Sono stati effettuati  in totale (... più di 4 al giorno mediamente ...  Sabati e Domeniche escluse) ;   contro i 1.061 del 2017 .

Non c’è stato giorno dell’anno in cui qualche Confratello o Consorella non sia stato impegnato nel trasporto dei disabili, dei dializzati, degli anziani o di chi ne ha fatto richiesta,  presso le strutture di assistenza a valle della Via Emilia ed oltre.

 

Al fine di mantenere e migliorare i servizi ai cittadini abbiamo inoltre , come ogni anno,   investito i proventi delle Vostre donazioni,  del 5 x mille ,  etc. 

INVESTIMENTI 2018

  • ·RINNOVO DIVISE  ,  siamo giunti all’acquisto di un  nuovo set di  divise Tecniche.
  • ·SOSTITUZIONE PANDA 4x4 - Nell’ottica di un graduale ammodernamento del parco macchine, nel Luglio 2018 abbiamo provveduto all’acquisto di una nuova PANDA 4X4 Diesel ;  in sostituzione  dell’oramai vetusta Panda 4x4 vecchio modello.
  • ·DEFIBRILLATORE - Nell’Ottobre 2018 abbiamo acquistato un Defibrillatore di nuova generazione; idoneo anche alla defibrillazione dei bambini ,  nell’ottica di rivitalizzare  questo importante progetto sovracomunale;  abbiamo inoltre  deliberato l’acquisto della relativa teca con autoregolazione della temperatura per posizionare il defibrillatore all’esterno;   acquisto che perfezioneremo e renderemo fruibile entro il prossimo autunno.

 

Rinnoviamo quindi l’appuntamento a  Venerdì 6  Sabato  7 e Domenica  8 Settembre ,  presso il cortile della Misericordia  ;    AIUTATECI AD AIUTARE  e … che Iddio ve ne renda merito  

 

Il Magistrato

Torneo di calcetto 2019 Casola Valsenio

Dettagli
Scritto da Super User
Categoria: Sport
Pubblicato: 30 Luglio 2019

Il torneo di calcetto a Casola è sempre stato un punto di riferimento per la comunità casolana, da qualche anno non veniva più organizzato come gli anni passati per svariati motivi, riflettendo ci siamo sentiti presi in causa e dovevamo dare una mano!

L’idea è nata all’inizio di maggio, volevamo fare qualcosa per lo sport e per Casola.

La nostra idea era semplice: quota di iscrizione per squadra che andava a ricoprire solo le spese per l’assicurazione, con l’aiuto dei commercianti di Casola e non solo, siamo riusciti a fare un buon montepremi e coprire le spese di gestione e per I ragazzi del gemellaggio hanno organizzato uno stand in meno di una settimana, il menù era semplice: piadine e birra!

I numeri parlano chiaro: 118 persone hanno giocato in poco più di due settimane al torneo e sempre un mare di gente presente durante le partite e il merito di non è di noi 4 organizzatori ma di tutta Casola.

Questo torneo è stata la dimostrazione che chiunque abbia un’idea e voglia di fare si può fare tutto nel nostro paese.

Stefano Rinaldi Ceroni, Francesco Bertini, Simone Quarneti, Edoardo Visani.

 

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