Cercando CASSIOPEA

In diverse occasioni mi sono soffermato ad osservare la volta celeste con le mie bimbe. Ho cercato, con l’esempio, di trasmettere loro questo interesse, senza pressioni e con semplicità. Abbiamo osservato assieme l’eclissi di luna con un piccolo cannocchiale montato su di un cavalletto e, come tutti, la nostra famiglia ha dedicato alcune porzioni di notte estive alle stelle cadenti. Altre volte invece ci siamo soffermati ad individuare alcune costellazioni. Al loro quesito di come facessi a riconoscere l’Orsa Maggiore, Cassiopea o la Stella Polare rispondevo che, quando eravamo ragazzini, io e due miei amici salivamo di nascosto sul tetto piano di un acquedotto e, libro alla mano, ci dedicavamo a questa osservazione. Cercavamo la corrispondenza tra le la combinazione di stelle che il libro ci suggeriva e quella che potevamo vedere nel cielo, non senza sforzi e impegno. L’acquedotto era dalle parti della Chiesa di Sopra ed era in una posizione eccellente; era facile da raggiungere a piedi e, oltre al tetto piano di cemento, aveva il vantaggio di essere in una zona poco illuminata. A differenza di quanto quanto accade oggi, allora, più di quarant’anni fa, era certamente meno probabile fare confusione tra aerei, satelliti e veri corpi celesti. Alle bimbe ho raccontato che poi, diventando più ambiziosi, notando una “stella” non brillava come le altre, che non era sempre nella stessa posizione e che si sarebbe poi rivelata un pianeta, Marte, acquistammo un piccolo cannocchiale. Come per il libro io, Romano e Pierluigi facemmo una colletta per raggiungere la cifra necessaria e anche se il cannocchiale si rivelò meno utile del libro per i nostri scopi, ci sentivamo comunque attrezzati in maniera soddisfacente.
Oggi quegli amici non ci sono più, ma i momenti vissuti con loro sono per me indimenticabili e mi accompagnano tutte le volte che di notte guardo il cielo e cerco Cassiopea.

Fabio Farina