saluti dalla Silicon Valley
Sembra che di numero in numero si ripeta sempre la stessa situazione: la rubrica che vede protagonisti i Casolani all’estero è sul punto di arrivo, o meglio al capolinea, e sembra che non ci siano più altre storie da raccontare e persone da intervistare, quando all’improvviso qualcuno in redazione tira fuori un nome, il riferimento a un parente, un cognome conosciuto e così ci prodighiamo per trovare un contatto e farci raccontare la loro avventura. Se l’ultima volta siamo andati in Cina, per questo numero ci spostiamo dall’altra parte dell’Atlantico, precisamente negli Stati Uniti. Il nostro protagonista è Davide Visani, meglio conosciuto come il figlio di Stafania di Ciata e del professor Visani.
Ciao Davide. Sappiamo che ti sei allontanato da Casola diversi anni fa, ma questa volta hai preso un aereo che ti ha portato lontano. Dove ti trovi esattamente?
Ciao Riccardo. Mi trovo a San Jose, il cuore della Silicon Valley, in California. Vivo qui con mia moglie da quasi tre anni.
Che mestiere fai?
Lavoro per una azienda di semiconduttori chiamata Marvell Semiconductor – no, non è quella dei fumetti. Mi occupo della parte sistemitica dei micro-chip per la trasmissione ad alta velocità per centri dati, il cloud e per l’infrastruttura 5G.
Se non erro un americano nel corso della sua vita, in media, si sposta in quattro diversi stati degli USA. Pensi che questo tipo di mobilità sia un valore che dovremmo potenziare più diffusamente, una sorta di tassello per una nuova mentalità?
Non posso fare statistiche, ma in effetti ho un collega che è cresciuto in Virginia, ha studiato in Florida, si è spostato in Colorado ed infine è qui in California. Non avevo mai pensato che fossero esattamente quattro stati diversi tra le due coste. E chissà dove andrà a vivere in futuro! Io vivo nella Silicon Valley, che non è rappresentativa di tutti Stati Uniti. Qui ci sono tantissime persone da tutto il mondo, che decidono di trasferirsi per decenni o anche per solo 6 mesi per fare una internship per famose aziende come Google, Facebook ed Apple.Gli Stati Uniti sono vasti e una nazione federale nel senso più stretto. Stati diversi hanno leggi diverse e tassazioni diverse.
L’Italia invece è un paese più contenuto ed omogeneo. Gli spostamenti sono giustificati tipicamente da motivi personali, di studio, o da totale assenza di opportunità nella zona d’origine. L’Emilia Romagna è una delle regioni più ricche d’Italia per cui le persone del posto non hanno bisogno di cercare una vita migliore in altri parti d’Italia.
Penso che la mobilità sia già un dato di fatto nelle generazioni più giovani, ma quando la si vede a livello europeo.
Una domanda oramai “classica”. Ti senti un cervello in fuga?
Non mi sento così, perchè dopo il dottorato ho lavorato per cinque anni in Italia, e questa occasione è arrivata all’improvviso. Tuttavia, dopo aver guardato la definizione su Wikipedia – l’emigrazione verso Paesi stranieri di persone di talento o alta specializzazione professionale formatesi in madrepatria – devo rispondere di sì.
Una domanda che reputo significativa. Che cosa ti sembra che diamo per scontato in Italia e che invece, quando la vediamo da lontano, diventa molto importante?
Diamo per scontanto l’istruzione pubblica. Qui negli Stati Uniti le persone sono mediamente meno istruite perchè per andare in una ottima scuola bisogna vivere nei quartieri migliori, dove le case costano di più. Per andare nei college migliori bisogna pagare l’equivalente di una auto nuova all’anno (e i college d’eccellenza vogliono una Mercedes…).
Un’altro caso simile è la sanità pubblica. Nonostante i politici americani abbiano posizioni controverse sul tema, ci sono ancora large fasce di popolazione con coperture minime.
Che cosa ti sta affascinando di più del mondo statunitense?
Mi affascina la disponibilità di molto spazio, una natura imponente e maestosa, che include l’oceano, i deserti, i parchi nazionali. Gli spostamenti sono molto facili grazie ai collegamenti aerei, e anche fare un lungo road-trip in auto è molto piacevole nelle lunghe autostrade americane. Della società mi piace la varietà di diverse culture provenienti da tutto il mondo, e una intrinseca positività nell’affrontare la vita.
Il duro lavoro viene riconosciuto e ripagato. Se ti impegni puoi raggiungere qualunque obbiettivo e cambiare la tua vita un passo dopo l’altro.
Grazie mille
Riccardo Albonetti