EMIGRAZIONE e DECLINO DEMOGRAFICO, Casola Valsenio al bivio

A noi profani la demografia può sembrare una scienza piuttosto “fredda” e noiosa, ma se prendiamo un po’ confidenza con alcuni dei suoi strumenti, possiamo capire come sia possibile addentrarsi dentro questioni “calde” che riguardano il nostro territorio e non solo. Basta ad esempio osservare il grafico sotto riportato per volgere uno sguardo sull’andamento demografico di Casola Valsenio negli ultimi 20 anni. Dal punto di vista percentuale possiamo evidenziare una diminuzione di circa 10% delle persone residenti ma, se prendiamo il dato numerico, il quadro risulta ancora più sconfortante perché possiamo contare ben 300 persone in meno. Oltretutto non è particolarmente significativo focalizzarsi su annate specifiche perchè quello che conta, ed in questo caso è facilmente riconoscibile, è il trend demografico e purtroppo è in calo.

Sbagliando, molto spesso pensiamo che questo calo demografico sia un fenomeno che riguarda soltanto questi nostri ultimi anni o al massimo gli ultimi decenni,  ma se prendiamo un altro grafico che prende in esame la popolazione casolana dall’Unità d’Italia ad oggi possiamo notare che è a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso che c’è stato un decremento costante della popolazione. Nel ventennio 1950-1970 la popolazione residente è diminuita di 2000 unità. Dopo questo crollo dagli anni Settanta la diminuzione della popolazione è stata lenta, ma costante, in un certo senso è diventata “strutturale”. Che cosa ha determinato quel crollo? Con buona probabilità la drastica diminuzione della popolazione è imputabile a quel fenomeno che ha coinvolto tutta la nostra penisola italiana ossia l’inurbamento; in altre parole grandi masse a partire dagli anni Cinquanta si sono spostate verso le città alla ricerca di un’occupazione diversa, nella maggior parte dei casi in fabbrica, e soprattutto migliori di condizioni di vita. In un certo qual modo è ciò che si sta verificando a livello globale in questi anni in cui la popolazione che vive in città ha superato la popolazione che vive fuori dalle città.

I tre fattori che determinano i cambiamenti demografici fondamentalmente sono tre: tasso di natalità, tasso di mortalità, migrazioni. Il tasso di natalità a Casola, in special modo negli ultimi anni, è sconfortante. Basta dare un’occhiata alla nostra rubrica nell’ultima pagina del giornale per rendersi conto di quanti pochi bambini nascano. Il tasso di mortalità non risulta significativamente diverso da quello italiano, ma ovviamente se prendiamo il numero “crudo” dei decessi ne rimaniamo sorpresi. Lamentarsi delle poche nascite nel breve termine non ha molto senso perché il calo drastico della natalità è un fenomeno che interessa molte aree dei paesi sviluppati; le ragioni sono molteplici, e adesso non le indagheremo perchè sarebbe troppo lungo, e il cambiamento di rotta può essere determinato solo da azioni politiche prese dal governo centrale.
Stesso discorso vale per la mortalità; per fortuna viviamo in un’area del mondo in cui l’aspettativa di vita alla nascita è alta e ciò significa che un uomo può sperare di vivere una vita piuttosto lunga, circa 81 anni, e una donna più di 85 anni.. In pochissime parole significa che viviamo più a lungo, viviamo meglio, le cure sono più efficaci, gli stili di vita incidono sulla qualità della vita, ecc..

In una società in cui il tasso di mortalità rimane pressoché stabile e il tasso di natalità rimane fermo su valori bassi, la popolazione è destinata a diminuire. L’altro fattore che può intervenire ulteriormente sulla conformazione della popolazione, e quindi anche su quella di un piccolo paese come Casola, è il fattore migrazione. Con migrazione intendiamo semplicemente lo spostamento da un luogo ad un altro, in uscita e in entrata. Abbiamo visto che nel ventennio anni Cinquanta- anni Settanta la popolazione casolana è diminuita di molte centinaia di persone a causa del fenomeno migratorio dal nostro Comune ad altri comuni della zona, a città del nord Italia, addirittura a stati europei ed extraeuropei. Negli ultimi decenni anche Casola ha visto crescere il numero di immigrati, ma non così tanto da incidere significativamente sul numero dei residenti.

In maniera meno drastica, ma altrettanto “visibile” a Casola ancora oggi assistiamo a questo fenomeno. Chi va a vivere fuori da Casola? Nella maggior parte, ma in questo caso sono riuscito a reperire meno dati,  si tratta di giovani nella fascia 20-30 anni con un titolo di studio (diploma o laurea) che prima cercano occupazione nei comuni delle città vicine e poi si spostano a vivere direttamente in quelle città per avere maggiori comodità, per avere maggiori opportunità. Il punto nevralgico, che a mio modesto modo di vedere è prettamente politico, è questo: come fare, non dico a invertire questo fenomeno, ma quantomeno a contenerlo? Che cosa deve spingere un giovane laureato a fare il pendolare tutta la vita? Quali solide motivazioni devono permettere a giovani famiglie di crescere i figli in una comunità piccola come la nostra? Se ricorriamo alla solita immagine della vecchia bilancia, che cosa dobbiamo mettere sul piatto del “resto a Casola” contro le ragioni, piuttosto facili da individuare, del piatto “me ne vado da Casola”?

Migrazione non significa però soltanto emigrazione, ma anche immgirazione e anche da questo punto di vista i dati non sono confortanti, sono relativamente poche le persone che in questi anni hanno deciso di trasferirsi a Casola. Quindi analogamente a quanto scritto sopra, che cosa può spingere giovani  a spostarsi a Casola? Quali prospettive può offrire il nostro territorio?

Riccardo Albonetti