Attualita

 

DONNE E PENSIONI: QUALE SAREBBE LA PENALIZZAZIONE?

Nessuna donna è obbligata, nella scuola e nel pubblico impiego, ad andare in pensione a 60 anni: per le donne, come per gli uomini, la data del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età è stabilita, infatti, al compimento dei 65 anni. Alle donne, e solo ad esse, è invece consentito lasciare il servizio, percependo la pensione, al compimento dei 60 anni, anche nel caso in cui non abbiano ancora maturato i requisiti prescritti per aver diritto alla pensione di anzianità.
Risulta francamente difficile considerarla, come sostiene il ministro Brunetta, una ‘penalizzazione’: si tratta infatti di un’opportunità, e non di un obbligo, che non pregiudica affatto la possibilità, per chi lo desidera, di proseguire nella propria attività lavorativa.
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Parte la rassegna letteraria “rintocchi e parole” a Casola Valsenio

Prende il via la rassegna letteraria ‘Rintocchi e parole’. Una manifestazione organizzata presso “Rintocchi e sapori Enoartecucina” in via Giacomo Matteotti a Casola Valsenio.
Questo luogo suggestivo e particolare, nato come cappella accanto ad un piccolo ospedale, esisteva già a partire dal 1300 d.C. Situata nel cuore della vecchia Casola, vicino alla torre dell’orologio, la chiesa ha subìto diverse traversie e nella sua lunga storia è stata testimone delle vicissitudini e degli eventi della vita paesana. Ristrutturato ad opera del comune di Casola Valsenio, oggi è sede di un locale che unisce la tradizione della cucina locale al sapore delle erbe del giardino officinale....
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L’arci e i pensieri del papa sulla morte

Il brano che segue riporta alcuni pensieri del Pontefice sulla morte. E’ stato ritrovato tra le carte del nostro Arci, scritto di suo pugno su un anonimo foglio custodito nella sua scrivania, a testimonianza di come in lui fosse forte l’dea del Grande Viaggio che ora ha compiuto.
Pensieri del Papa attuale sulla morte.
“Il Signore è mio pastore … Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male perché Tu sei con me”.
Il vero pastore è colui che conosce anche la via che passa per la valle oscura della morte, Colui che anche sulla strada dell’ultima solitudine, nella quale nessuno può accompagnarmi, cammina con me guidandomi per attraversarla: Egli stesso ha percorso questa strada, è disceso nel regno della morte, l’ha vista ed è tornato per accompagnare noi ora e darci la certezza che, insieme con Lui, un passaggio lo si trova....
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Mons. Giancarlo Menetti non è più tra noi

Mons. Giancarlo Menetti non è più tra noi . E’ partito per il lungo viaggio verso le stelle lasciandoci sgomenti. Avevamo creduto che l’amore per la Sua Parrocchia non gli avrebbe concesso di morire.
Ci ha lasciati invece all’improvviso in punta di piedi senza darci il tempo di farci pensare seriamente al dopo di Lui.
“Non preoccupatevi.Io ci sono sempre!”Questo è il significato del Suo testamento spirituale e Noi quel testamento non dobbiamo dimenticarlo.
I n questi giorni è stato scritto molto di Don Menetti e si continuerà a farlo per raccontare

della Sua fede profonda, della Sua lunga attività di educatore nelle scuole e tra i ragazzi, compresi quelli più sfortunati di Frassineta.

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Per il nostro Arci

Le cose più importanti sono le più difficili da dire.
Così, ognuno di noi le dirà dentro di se e sono certo che non resteranno inascoltate.
Così volevo dire alcune cose meno importanti.
Volevo ringraziare l’Arci per aver aggiustato il tavolo da ping pong, con quelle stecche di legno che a seconda delle stagioni si allargavano e si stringevano, facendo vincere chi riusciva meglio a piazzare le palline tra un’assicella e l’altra.
Volevo ringraziarlo per averci fatto costruire delle vere porte da calcetto in ferro, quando vide che cercavamo di fabbricarle noi con dei pali di legno storti e una rete da fagioli comprata da Piazza, i buchi che stavamo scavando nel campetto delle Mise erano larghi come trivellazioni per la ricerca del petrolio.
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Le stelle dell’Arci

– Allora d’accordo Arci! Vengo io a prenderLa in macchina! – ho detto guardando dentro quegli occhi azzurri e buoni… lo stesso sguardo che incontravo da bimbo.
L’ho lasciato così. Con un appuntamento.
Voleva benedire la casetta nuova di R
Di lui ricorderò sempre la fede forte e la serenità, alla quale tante volte, nei momenti difficili, anch’io mi sono appoggiato.

In questa occasione, triste ma piena di speranza, vorrei condividere anch’io, con tutti quelli che hanno conosciuto l’Arci, un ricordo personale.

La gita era programmata per il martedì, giorno di mercato. Don Menetti voleva portarci a dormire in tenda al Passo della Sambuca.

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C’É CRISI A CASOLA?

Crisi sì o crisi no? Siamo sull’orlo del tracollo economico e dobbiamo attrezzarci risparmiando, oppure è meglio consumare e consumare perché solo così faremo il passo indietro che ci salverà dal precipizio? O in fondo al burrone ci siamo già e si può solo risalire? Ma riuscirà Barack (perché lui è l’uomo della provvidenza nelle speranze di molti) a essere un buon capo cordata? Mille domande hanno impazzato sui media dopo il crollo delle Borse e la crisi che ormai sta investendo in pieno anche l’economia reale, e mille altre se ne potrebbero porre (per esempio, chi è totalmente ignorante di finanza ma si ricorda una legge fisica fondamentale si può chiedere: se nulla si crea e nulla si distrugge, i miliardi che vengono bruciati in Borsa in poche ore dove vanno a finire?
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“CADUTO SUL CAMPO”

“E’ caduto sul campo”: così si dice di un soldato che combatte con tenacia e fermezza fino all’ultimo respiro per assolvere al proprio dovere. Così diremo dunque del nostro amato “Arci” (per “quelli di via”, l’autorevole nostro arciprete mons. Giancarlo Menetti) che improvvisamente ci ha lasciato la sera del 4 febbraio mentre, ad ora inoltrata, rientrava dall’ospedale di Faenza dove si era recato per portare i conforti religiosi ad una parrocchiana colà ricoverata perchè gravemente ammalata e che lo ha poi raggiunto, dopo poche ore, nel grande viaggio.
Tenace, fedele sino all’ultimo al suo ministero, noncurante di alcuni preoccupanti segnali che il suo fisico affaticato ogni tanto gli faceva pervenire, e sempre con quell’atteggiamento discreto, al limite della timidezza, che lo portava costantemente a minimizzare la serietà dei problemi di salute che lo affliggevano ed a mettere la sordina ai suoi affanni personali.
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DA INVASORI A INVASATI…

Cogliendo lo spunto di Michele comparso nell’ultimo numero dello Spekkietto, e collegandomi all’articolo di Andrea, aggiungo qualche considerazione personale sul tema dell’immigrazione, che mai come oggi sembra essere divenuta la piaga sociale del nuovo millennio. Perché non solo di flussi migratori e difficili percorsi di integrazione, stiamo assistendo, ma ad una nuova guerra civile che pone tutti contro tutti. Si osserva ogni giorno un’esaltazione forzata delle identità, come se all’improvviso la società fosse diventata un mosaico impazzito, dove il diverso merita punizioni esemplari.
Si passa dagli incendi dei barboni alla negazione di ristorazione a chi offre prodotti diversi. Dal divieto della costruzione di luoghi di culto diversi dai nostri, alle accuse rivolte ai nostri operai “invasori”, nella terra che sino a ieri esaltavamo per essere un esempio di liberismo.
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La grande ala di marmo del Monumento ai caduti tornerà al suo posto

Buone notizie per uno dei monumenti più apprezzati di Casola Valsenio. Entro la primavera, infatti, la grande ala di marmo del Monumento ai caduti tornerà al suo posto. A farla cadere al suolo è stato il forte vento spirato su Casola Valsenio nei primi giorni del dicembre 2007.
L’ala di marmo del monumento dei Caduti, opera dello scultore bolognese Cleto Tomba (1898-1987), era lì al suo posto dalla metà degli anni ’50. Il monumento fu inaugurato nel 1923 in un’area al limitare ovest del paese, circondato da una corona di cipressi e sullo sfondo del viale delle Rimembranze, formato da una doppia fila di lecci: in tutto 116 piante per ricordare i soldati casolani caduti nella Grande Guerra.
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Lettera a Brunetta

Pubblichiamo una lettera sull’intervento del ministro Brunetta sui docenti.

‘Sono un docente di una scuola pubblica e volevo ringraziare pubblicamente il Ministro Brunetta, perché mi ha finalmente aperto gli occhi.
Lo ammetto: fino a qualche giorno fa mi vergognavo di essere un insegnante. Mi vergognavo di svegliarmi tutte le mattine per insegnare ai miei alunni la bellezza di una poesia, l’importanza della scrittura, l’emozione che l’arte suscita nell’animo umano, la necessità di comprendere la storia perché l’uomo non ripeta ciclicamente gli stessi errori, la necessità di conoscere e comprendere il mondo che ci circonda per essere un buon cittadino.

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Nel 2009 la Chiesa di sopra verrà restaurata

Interventi di riqualificazione urbanistica interesseranno uno dei simboli di Casola. Nello specifico si tratta del restauro e del risanamento conservativo con consolidamento strutturale della Chiesa di Sopra. Una struttura architettonica risalente al XIII° secolo i cui resti murari con campanile a vela della chiesa dell’antico castello di Casola sovrastano ancora il paese.
Il progetto è pronto dal 2007 grazie al lavoro preparato dall’ing. Marco Campoli. Il costo previsto è di circa 100mila euro e le risorse necessarie saranno disponibili nel 2009 e proverranno dai fondi strutturali dell’Unione europea che concorreranno alla spesa per il 70%, mentre il restante 15% verrà dalla provincia di Ravenna e il rimanente 15% sarà a carico del bilancio comunale....
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E’ la pioggia che va…

Era il ritornello di una canzone degli anni sessanta ora più che mai in voga almeno a giudicare da questi ultimi quattro mesi. Ci eravamo messi alla stesura di un articolo sul tema della siccità a metà maggio quando pareva che la stagione virasse sul secco. Poi a fine maggio una serie di intense perturbazioni prolungatesi in giugno aveva riportato lo stato idrico dei fiumi e delle sorgenti ad un livello davvero inatteso alle soglie dell’estate. Sembrava un buon viatico…
Poi a luglio poche gocce sparse ( 3,3 mm) , in agosto zero, in settembre 17,2 mm … di nuovo “ la pioggia che va…e ritorna il sereno”.
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