Chetempo chefece ESTATE CASOLANA 2020
Dopo un inverno fra i più siccitosi degli ultimi anni e praticamente senza neve diamo un’occhiata veloce a come è trascorsa l’estate.
Dal punto di vista delle temperature non abbiamo quasi mai sofferto le notti afose e calde degli anni scorsi.
Raramente le temperature notturne hanno superato i 20 gradi e se qualcuno ha fatto fatica a dormire non per il caldo semmai ha giocato un ruolo l’umidità che lo fa percepire maggiormente. C’è poi da dire che il ragionamento viene fatto sulle temperature dell’aria esterna rilevata a 2 metri di altezza sul suolo non su quella interna all’abitazione dove la sua esposizione e la coibentazione giocano un ruolo chiave nel determinare il disagio climatico.
Solo verso la fine di agosto le minime notturne si sono attestate per un paio di notti intorno ai 22° ma già il primo settembre il passaggio di una perturbazione atlantica ha di nuovo reso vivibili le notti.
Diverso il discorso delle massime diurne. E’ stato molto caldo. Addirittura per la settimana a cavallo fra luglio e agosto abbiano toccato temperature record attestate fino a 39°.
Picchi così alti non si erano mai toccati. Tranne per quattro giorni tutto il mese di agosto ha registrato massime costantemente sopra i 30°. Ma anche settembre è stato caldo con l’intera parte centrale del mese sempre intorno ai 30°.
E per la pioggia non è andata molto meglio. Dopo il mese di giugno che ha registrato una piovosità sopra la media ( 113,6 mm) si sono succeduti due mesi siccitosi che insieme hanno appena toccato i 50 mm di pioggia (nello stesso periodo a Imola ne sono caduti più di 80 mm).
Anche nell’estate del 2020 si è poi assistito a un altro fenomeno già comparso negli ultimi anni cioè il ruolo del microclima nelle precipitazioni. Vediamo cioè che la pioggia cade a macchia di leopardo con episodi molto locali e circoscritti. Il vento di Libeccio che ha sostenuto le deboli e veloci perturbazioni atlantiche ha scaricato le pur scarse piogge soprattutto sul crinale con fenomeni anche intensi ma localizzati in zone a breve raggio. Il territorio comunale è stato appena lambito da queste precipitazioni che sono spesso arrivate appena ai confini lasciandoci solo qualche millimetro d’acqua buona appena per bagnare la polvere ma assolutamente ininfluente sul bilancio idrico degli ecosistemi naturali e agrari.
Saremo più precisi nel prossimo numero quando potremo suffragare questo fenomeno con i dati ricavati dalle tre centraline della fondazione Edmund Mach posizionate in zone lontane fra loro sul nostro territorio comunale e a quote altimetriche diverse che supportano il progetto di ricerca sulla Gnomonopsis, avversità fungina che colpisce il castagno.
Vedremo come andranno l’autunno e l’inverno ma speriamo che torni a nevicare perché il carico delle falde lo fa la neve. Per adesso possiamo soltanto dire che l’autunno, almeno dal punto di vista termico, è arrivato improvviso.
Dal 25 al 27 settembre nel giro di 48 ore siamo passati dall’estate all’autunno con le massime crollate di 8 gradi e le minime dimezzate dai 16 ai 7°.
A cura di Roberto Rinaldi Ceroni