il canile temporaneo gestito dalla LAV

Sono da anni sostenitrice della LAV, organizzazione che dal 1977 si occupa della tutela degli animali e si impegna a salvaguardarne i diritti.

Tra le varie azioni promosse dalla LAV (attività di recupero, campagne di sensibilizzazione, stesura di proposte di legge), c’è anche l’intervento diretto durante le emergenze. L’Unità di Emergenza della LAV ha lo scopo di prestare soccorso immediato in situazioni di conflitti o calamità naturali, che mettano a repentaglio la vita degli animali. Per fare qualche esempio, negli ultimi anni la LAV ha prestato soccorso agli animali in difficoltà durante la guerra in Ucraina, gli alluvioni in Sicilia, gli incendi in Sardegna e il terremoto in Emilia.

Quando domenica 21 maggio ho visto il pick-up dell’associazione parcheggiato nelle vie del nostro Paese, ho capito subito che erano venuti qua per aiutare noi e i nostri amici a quattro zampe a fronteggiare questa situazione di emergenza. I volontari della LAV si sono fin da subito dimostrati pronti ad accogliere tutti gli animali che erano rimasti isolati a causa delle frane e, per questo, lontani dalle loro famiglie. A tal fine, è stato costruito un rifugio temporaneo con ampie strutture fornite dalla Regione, pronto ad ospitare cani, gatti e tutti gli altri animali da compagnia che ne avessero avuto la necessità.

Ho conosciuto i due ragazzi della LAV, che mi hanno spiegato meglio in cosa consiste il loro lavoro.

Beatrice ha cominciato a collaborare con la LAV (sezione di Modena) cinque anni fa in qualità di volontaria, dopodiché è entrata a far parte del team a tempo pieno ed ora, da due anni a questa parte, è responsabile dell’Unità di Emergenza. Andrea invece è un reporter: da poco più di tre anni segue le attività dell’associazione e produce documentazione fotografica e video che hanno il fine di raccontare le storie di questi animali.

A loro si sono aggiunti poi dei volontari provenienti da tutta Italia (Milano, Bologna, Trentino Alto Adige) che li hanno supportati in questo progetto del canile temporaneo, e ovviamente i ragazzi di Casola Valsenio, che Beatrice ha definito “fondamentali e meravigliosamente attivi”.

Il canile temporaneo che è stato creato a Casola è una struttura unica nel suo genere, e soprattutto si tratta dell’unica struttura creata nelle zone colpite dall’alluvione: «Questo è il primo canile che sia mai stato fatto completamente da zero a seguito di un’emergenza. In altre emergenze, come ad esempio il terremoto in Emilia, sono stati effettuati interventi simili, ma ampliando il canile già esistente per poter offrire uno spazio alle persone che non potevano più tenere i cani temporaneamente. In quel caso, vennero costruiti dei recinti aggiuntivi, ma appunto attaccati alla struttura già presente e gestiti dal personale del canile. Questa invece è la prima esperienza di un canile tirato su dal niente, in un parco, gestito completamente da volontari», racconta Beatrice.

Ovviamente la LAV non si occupa solo di creare canili temporanei: la tipologia di attività cambia anche sulla base di quello che è successo e sulla base delle esigenze territoriali: in Ucraina hanno seguito l’evacuazione dei cani da strutture che non potevano più tenerli a causa della guerra e ne hanno presi in carico 46, mentre nel caso degli incendi in Sardegna si sono occupati di soccorrere direttamente gli animali coinvolti nei roghi e di provvedere alle cure mediche, in collaborazione con una clinica veterinaria.

Ho chiesto a Lucrezia Camurani, che ha seguito da vicino tutte le fasi di creazione di questa struttura, quale fosse stato l’iter per contattare la LAV e per ottenere i permessi necessari per allestire quest’area, situata nel Parco Pertini: «L’Assessore Flavio Sartoni si è messo in contatto con l’associazione LAV, richiedendo il loro intervento. Abbiamo prima fatto una supervisione del luogo e fatto un check della mole di animali che sarebbe potuta arrivare. Abbiamo contattato poi la ASL, la Regione e la Protezione Civile per il salvataggio degli animali (enti che ringrazio per l’aiuto che ci hanno fornito). La questione da noi era più complicata rispetto a quella presente nella Bassa Romagna: laggiù i cani sono stati sfollati nei canili, creando anche delle situazioni un po’ diverse dal solito… canili che normalmente ospitavano 30/50 cani, si sono trovati ad averne il doppio, quindi erano oberati. Quando siamo arrivati a dover sfollare i nostri cani, i canili vicini non avevano più posto. Il primo disponibile sarebbe stato a Reggio Emilia… ma le persone non sarebbero volute andare via da casa pensando al loro cane così distante. Quindi abbiamo trovato un compromesso tra la comodità di nutrire questi animali in paese e l’aspetto psicologico di non dividere le famiglie – perché ad oggi i cani fanno parte della famiglia, così come un componente umano. Siamo riusciti ad avere l’autorizzazione in brevissimo tempo: il giorno dopo avevamo già i materiali per poter costruire questo canile temporaneo. Efficienza a mille! Ci tengo a ringraziare le persone che sono riuscite a portarci tutto il necessario.»

Anche Beatrice ha sottolineato l’importanza di questo intervento: «C’erano tante persone che non volevano evacuare senza i loro animali, e l’Assessore Sartoni riteneva che la creazione di un canile temporaneo sarebbe stato un motivo in più per convincerli ad andare via da zone particolarmente critiche.»

La Regione Emilia Romagna ha quindi provveduto ad inviare i moduli per la costruzione dei box che, grazie all’aiuto dei volontari casolani, sono stati predisposti in tempi record: «I ragazzi di Casola sono stati bravissimi: hanno montato 10 box alla velocità della luce, e hanno anche quasi terminato un’area per lo sgambamento. In questo modo, la gestione dei cani sarà molto più semplice. Sarà a tutti gli effetti un piccolo canile, che non ha niente da invidiare a strutture che invece esistono da tempo» afferma Beatrice. 

Al momento sono presenti dodici cani e due gatti – i primi animali salvati durante i primissimi giorni di emergenza. I volontari però prevedono che ne arriveranno altri: la struttura è pronta ad accogliere anche gli animali di chi, prossimamente, dovesse avere necessità di andarsene dalla propria casa.

L’organizzazione giornaliera prevede passeggiata e pulizia dei recinti la mattina, cambio dell’acqua e pasto. Dopo pranzo viene fatta una seconda passeggiata con i cani, dopodiché il Parco Pertini si riempie di visitatori, tra cui molti bambini, pertanto il pomeriggio è un momento dedicato alle coccole e ai giochi. La sera si fa una terza passeggiata, un’altra pulizia dei recinti e il secondo pasto. Dopo cena c’è un ultimo giro da parte dei volontari, per assicurarsi che tutti i cani siano a posto prima della notte, e poi ci si rivede la mattina seguente. Tutti questi momenti sono gestiti e seguiti dai ragazzi della LAV, dai volontari del paese e dai proprietari dei cani: «Spesso e volentieri sono loro che vogliono continuare a mantenere la routine di gestione e di cura del proprio cane, e questa è una cosa che anche da un punto di vista psicologico ti tiene un po’ attaccato alla normalità e ti fa vivere meglio questa condizione – per quanto possibile» sostengono i volontari LAV.

I ragazzi ci tengono inoltre a sottolineare che si tratta di una soluzione temporanea: «Una struttura del genere non può stare in piedi per sempre, anche perché banalmente impiega tante persone che vengono anche da fuori. Prima o poi bisognerà stabilire delle tempistiche, si deciderà ovviamente in base a ciò che succederà, a come evolverà la situazione, a quando le persone potranno tornare a casa e a come andranno le adozioni (alcuni dei cani che abbiamo qui sono anche in adozione).» 

Al momento però i cittadini hanno la possibilità di usufruire di questo spazio per i propri amici a quattro zampe, nel quale vengono loro offerti cibo, coccole ma anche cure veterinarie: «Gli animali sono stati subito trattati con l’antiparassitario (per pulci, zecche e filaria) perché comunque sono animali alluvionati, che hanno cambiato l’ambiente di vita e ora si trovano a stare tutti assieme, quindi la profilassi prevede questi metodi. Sabato verrà inoltre una veterinaria della LAV a fare una visita gratuita a tutti gli animali. Fortunatamente stanno tutti bene, non abbiamo riscontrato problemi, se non qualche gastroenterite da cambio cibo, ma è una cosa comune. Il dott. Luca Tagliaferri inoltre si è reso super disponibile nella gestione degli aspetti medico-sanitari, qualora ce ne fosse la necessità» dice Lucrezia. 

Andando al canile ho avuto la possibilità di conoscere Michael, che sta usufruendo degli spazi predisposti dalla LAV per tenere al sicuro i propri animali. Michael è diventato nostro concittadino da pochissimo tempo, appena un mese e mezzo fa. Aveva deciso di trasferirsi nel nostro paese proprio per poter godere di ampi spazi all’aria aperta, da condividere con i propri animali. La sera del 16 maggio Michael si trovava al pronto soccorso, e quando è rientrato a Casola gli è stato impedito di proseguire verso casa propria a causa della forte allerta meteo. Si è fermato quindi in palestra, e solamente il giorno dopo ha scoperto che i suoi animali, che aveva lasciato in casa, si trovavano con l’acqua alla gola. Una frana di un metro di altezza si era fermata davanti alla porta di ingresso, e tutta l’acqua era scolata all’interno. Lungo la strada che porta verso casa sua c’erano altre cinque frane, quindi il percorso era pressoché inaccessibile. Assieme ai vigili del fuoco Michael è riuscito ad andare a recuperare i suoi animali e a portarli nel canile temporaneo. Gli ho chiesto cosa significhi per lui poter contare su questo spazio, e ha risposto dicendomi: «È una sicurezza e una tranquillità: loro sono in un posto sicuro, nel quale io posso prendermi cura di loro e – altra cosa importante – anche io posso stare al sicuro. Il problema di tante persone oggi è “non lascio i miei animali perché sono parte della mia famiglia, sono la mia famiglia”. Io stesso li considero come figli. Il fatto di averli qua, di poter venire a dargli da mangiare o a fargli  fare una passeggiata, sapere che sono qui al sicuro, è una cosa che mi dà tranquillità. Prima invece, quando erano a casa, sapevo che poteva venire un’altra frana e che poteva succedere di tutto, e nel caso io non sarei potuto essere lì per loro.»

Il canile temporaneo ha riscosso un grande interesse da parte della cittadinanza, e sono tante le persone che si sono prodigate per dare una mano. Ho però voluto chiedere a Beatrice in cosa ancora i casolani potessero essere di aiuto: «Più di così non so cosa potrebbero fare! Sono stati fin da subito tutti molto partecipi! Diciamo che nei primi giorni l’attenzione su questo posto era molto alta, quindi non abbiamo mai avuto problemi per quanto riguardava la gestione degli animali. Andando avanti probabilmente avremo bisogno di strutturare un po’ meglio le turnazioni, anche perché noi non potremo restare qui tanto a lungo… in questa prima fase ovviamente abbiamo aiutato nel mettere su la struttura e nell’avviare la gestione, ma poi, anche se continueremo a monitorare la situazione, il canile sarà affidato al paese e ai volontari. Quindi, pensando più a lungo termine, sicuramente ci sarà bisogno di persone che si prendano l’impegno e vengano a dare una mano per qualche turno al canile, gestendo i vari momenti (pulizia, cibo, passeggiate) della giornata di questi cani, che – ci tengo a sottolinearlo – sono cani molto fortunati, perché in nessun altra città colpita dagli alluvioni e dalle frane c’è stata questa possibilità, ed è un progetto che è bene che vada avanti nel miglior modo possibile.»

Ringrazio Beatrice, Andrea, Lucrezia e tutti coloro che hanno speso anche solo un’ora del proprio tempo per dare un po’ di conforto a questi animali che, come tanti di noi, hanno sperimentato sulla propria pelle lo sradicamento dal proprio ambiente di vita e dalla propria casa. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo giornate pesanti e difficili, cariche di paura e di tristezza. Ma prenderci cura di questi animali, vedere i loro occhi dolci e le loro code scodinzolanti, per un attimo ci ha fatto dimenticare tutto il resto.

Benedetta Landi