A K.
Camminavo come un fantasma, che vaga, nei recessi della propria anima…
Là fuori, dove scorre la vita, mi prendesti per mano…
Vivevo in una stanza, che sembrava fatta di soffitto e buio…
Sembrava che qualcuno ti avesse strappata da un sogno…
Quella stanza, come un’onda travolgente, si fece di soffitto e luce…
Toccare il tormento di qualcuno, ti aiuta a capire che non sei solo…
Ti presi la mano…
Come un lampo, mi ricordai dell’enormità dei gesti piccoli…
Quella stanza, era in cima…
Era l’unica, che aveva avuto in sorte la magia misteriosa dell’amore…
E lì, seduti, si condivideva l’anelito al divino.
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Qualche giorno dopo, sul giornale mi capitò di leggere queste righe: «Nel mondo ci sono due categorie di persone: chi ha visto Springsteen e chi deve ancora vederlo». E penso che sia vero, se vi piace la musica e fate parte della seconda categoria, dovreste far presto a coprire questa mancanza, perché un concerto del “Boss” è semplicemente un’esperienza che va vissuta.