No signal
A un certo punto Bom!
Usciamo di casa e ritroviamo la strada che collega casa nostra a quella dei vicini, in via Cardello, investita da terra alberi fango e tantissima acqua. Fortunatamente la frana era di piccola entità anche se visivamente impressionante.
Abbiamo avvisato il centro operativo e siamo stati rassicurati, la casa non correva comunque pericoli.
Rincasati decine e decine di messaggi con foto dell’incredibile frana di Mozart, video con persone sopra i tetti delle case a Faenza, e il boato continuo di quelli che sembravano tuoni, ma erano qualcosa di ben peggiore. Abbiamo continuato a “smessaggiare” su whatsapp scambiandoci video, foto, aggiornamenti, fino a che, click. Saltata la luce, e sopratutto saltata la linea. Fuori era buio pesto, i telefoni non funzionavano più, abbiamo deciso di andare a dormire senza alcuna certezza su ciò che avremo trovato al nostro risveglio.
La strada di via Cardello è stata ripulita da cugini e amici, e siamo scesi in paese. Delle frane si è già detto molto, e giustamente si continuerà a dire. Ma la cosa che mi ha più colpito nell’arrivare a Casola è stato il fiume, ma non di acqua e fango, di persone. Sembrava ci fossero gli Speleo a maggio. In un clima tra lo sbigottimento e l’entusiasmo i casolani dagli 1 ai 90 anni si erano riversati per le strade e nei bar. Era l’unico modo per potersi incontrare, per sincerarsi che i nostri amici e famigliari stessero tutti bene. Per circa due giorni siamo usciti di casa senza sentire prima nessuno, anche solo per darsi appuntamento da qualche parte, e ho conosciuto più casolani in quei giorni che in 29 anni di vita. Ho rivalutato persone che non mi stavano molto simpatiche, ho sentito mio cugino di 10 anni confidarmi che senza telefono ci si diverte di più.
L’unico modo per scambiarsi messaggi era recarsi a Borgo Rivola, appena sono arrivato ho visto il marciapiede prima di Curva Capirossi dal lato opposto al bar con almeno una cinquantina di persone con telefoni puntati verso l’alto, come una sorta di preghiera al Dio Segnale <<Qua prende!!>> <<Spostati un po’ più in là>> <<Qua prende solo se sei Wind>> <<Vodafone è quello che prende meno!>>, ovviamente il sottoscritto ha Vodafone.
Poi il segnale è tornato, il fiume di persone riversata nelle strade è rientrato nelle loro case (chi non l’ha dovuta lasciare), com’è rientrato il fiume in alcune zone dei nostri fratelli della bassa.
Ma penso che al di là dei fortissimi disagi provocati, sopratutto per i soccorsi, per l’ansia causata a chi vive fuori Casola per il messaggio catastrofico che ha girato tutta Italia che ci dava tutti spiaccicati giù dal muraglione come sottilette, quei giorni senza cellulari abbiano dato una spinta ancora più grande a questa comunità che si è tradotta in un volontariato senza precedenti. Non si deve per forza ricavare una lezione da ogni esperienza, ma in questo caso penso di aver capito di poter uscire di casa anche senza dover mandare un messaggio agli amici su dove incontrarsi, che tanto qualcuno con cui dire due cazzate, farsi una birra o andare a fare un giro lo si trova sempre. Un’altra cosa di cui sono certo è che la prossima festa speleo sarà la più bella e grande di tutti i tempi!