Festival del suono buono 2023
Sono le 23:01, Albo ha fretta di ricevere l’articolo anche se mi ha dato la traccia un giorno fa. Devo parlare del Festival del Suono Buono, e mi rendo conto che sono passate poche settimane.
Dal lockdown in poi ho un problema con il tempo, tutto mi sembra lontano, dilatato e compartimentato da qualche parte. Il Covid mi sembra di averlo vissuto durante le superiori e l’alluvione poco dopo la patente. Invece è tutto li dietro, qualche pagine di calendario nascosta. Riapro quindi le foto fatte durante la serata, faccio partire qualche video, la nebbia mentale sparisce.
Ci siamo noi, sudati e stanchi, sotto al palco mentre i Gazebo Penguins paragona Casola tramite la fisica quantistica ad un qualcosa di bello e unico che capita raramente, sopratutto dopo i disastri del 3 e 16 Maggio.
C’è Pif, che con le sue Unità Viniliche ci ricorda con la sua musica che Gucci “è” e non “era”.
In una frazione di secondo dove mi sono mosso troppo velocemente mentre riprendevo c’è la più giovane di noi, Cacialla, con le cuffie e le mani in bocca. I Vecchi Magazzini che prendono colore, in attesa di ospitarci dal prossimo inverno. Tutto torna alla mente sempre più nitido.
Il Festival è nato proprio durante la fine del Covid, nella prima edizione suonavamo con le mascherine. L’associazione è nata per dare una casa a chi ha la musica in testa e nella pancia, un palco dove suonare, far conoscere tra loro le persone, perchè ci piacerebbe che ci salutassimo e aiutassimo a vicenda non solo quando ci crolla un monte sulla testa.
La musica fa parte di Casola da sempre, ora a confronto di anni fa sembra più una eco, ma c’è. Si suonano meno batterie e saxofoni ma ci sono più dj, la musica cambia la pelle come un serpente, evolvendo. L’obiettivo è che chi vuole esprimersi lo faccia, conoscendo però ciò che è stato prima, l’eredità che hanno sulle spalle. Per questo tra poco partiranno i corsi, sopratutto sulle nuove esigenze musicali. Produzione, dj, campionamenti. Chissà che il prossimo anno prima, anzi dopo, di Go Dugong, non ci sia qualcuno che ha imparato qui.
E se della musica non ve ne frega niente, fatevi vedere comunque, perchè se anche il paese è piccolo nella piazza è bello saltare in tanti.
Stefano Poggi