ITALIANO PER STRANIERI

Un breve esperimento di scuola di lingua italiana per stranieri è stato realizzato anche nel nostro paese dal mese di Gennaio al mese di Aprile 2023.
Classica prima domanda:
Come vi chiamate?
Da dove venite?
Come vi trovate a Casola?
“ Casola piccolo paese con supermercato vicino, carabinieri vicino, poste vicino, comune vicino……paese piccolo e tranquillo….si sta bene!”
Queste sono state le prime frasi in italiano condivise dai partecipanti alle lezioni di italiano per gli stranieri che si sono tenute nelle serate di lunedì e martedì nei locali della ex scuola media. Il mercoledì pomeriggio invece in biblioteca venivano a lezione due ragazzi albanesi, ospiti in una struttura del paese . Queste parole sono state benauguranti per il corso perché hanno caratterizzato fin dall’inizio le nostre lezioni: reciproca simpatia, reciproco rispetto, reciproca voglia di conoscere e conoscerci.
Vi hanno partecipato persone/ stranieri di lingua albanese, araba, indiana, rumena. In media una decina di persone, potevano essere più numerosi una sera e meno numerosi un’altra, per motivi legati al lavoro o ad altri impegni familiari. Ma le presenze alla fine del corso erano costantemente 7/8. Età dai 15 ai 55 anni circa. La “ classe “ era veramente motivata ad apprendere e nonostante le ore di lavoro anche pesante svolte da alcuni di loro durante la giornata, l’interesse e la partecipazione erano vivaci ed attente. E’ stata una bella esperienza anche per noi insegnanti: Silvana Sarti, Luisa Linguerri e Paola Giacometti. A curare l’aspetto organizzativo è stata Dorotie. Le lezioni duravano un’ora, ma l’ora era abbondantemente superata perché il tempo passava veloce tra la conversazione, la lettura e la scrittura. Il nostro programma prevedeva, dopo una conoscenza approssimativa e generale dei punti di partenza di individuali, avviare ciascuno ad una lettura più spedita con attenzione alla pronuncia, ad un parlato il più chiaro e comprensibile possibile, anche se semplice ed essenziale, alla scrittura corretta di semplici frasi. Abbiamo tenuto sempre a mente che la lingua italiana doveva servire loro a comunicare anche le esperienze precedenti all’ingresso in Italia, esperienze diverse, significative, interessanti, delle storie degne di essere comunicate e condivise. Ma abbiamo cercato anche di far conoscere un po’ la nostra Italia: un po’ di geografia ed un po’ di storia, come noi d’altra parte abbiamo ascoltato con interesse notizie sui loro mondi di origine, così vari e diversi. Quando è iniziato il Ramadan abbiamo sentito descrivere le abitudini, le scelte, i comportamenti legati a questa ricorrenza della religione islamica. Quando abbiamo parlato della storia dell’Albania abbiamo condiviso con viva partecipazione i ricordi di infanzia vissuti in un periodo storico difficile.
La cosa che mi ha colpito di più di questa esperienza è stata la loro voglia di imparare e come apprezzano la loro vita qui in Italia.Qualcuno ha sottolineato che qui si trovano bene perché qui ci sono regole, si lavora e si viene pagati per il proprio lavoro, si può migliorare la situazione della famiglia e qui possono progettare un futuro per sé ed i propri figli. Queste parole ci facevano ricordare come in tante altre parti del mondo queste semplici condizioni, che a noi sembrano scontate, non sono affatto rispettate, pur essendo basilari in una società.
Avere il ponte della lingua è sempre importante per capirsi e queste persone davano una grande importanza ad imparare l’italiano per sentirsi più inseriti ed integrati nella comunità, non solo lavorativa, ma sociale del paese.
Molti di questi hanno figli che a scuola imparano facilmente la lingua italiana, per i genitori costituisce anche un fatto di emancipazione imparare l’italiano come fanno i figli a scuola.

Luisa Linguerri:
“Quando mi è stato richiesto questo tipo di volontariato dapprima ha prevalso un senso di curiosità, cioè la curiosità di conoscere, toccare con mano e vedere qual è la reale situazione degli extracomunitari che si trovano a lavorare qui a Casola, poi naturalmente come insegnante di lettere per 40 anni ed in pensione da quindici è subentrata un po’ di nostalgia di quell’antica professione che mi ha dato non poche soddisfazioni. Alla fine ho accettato anche perché sono più che convinta che la vera integrazione non può avvenire se l’extracomunitario non cerca di studiare la nostra lingua. Mi ha colpito prima di tutto il loro desiderio continuo e quasi insaziabile di apprendere e poi la loro educazione e non ultimo il rispetto, anche da parte dei due quindicenni albanesi che ho seguito con grande soddisfazione. Senz’altro considero utile ripetere questa esperienza con la speranza che si possano aggiungere altri stranieri ed altri insegnanti. Naturalmente mi ha arricchito perchè anche dal punto di vista umano li ho sentiti molto vicini.”

Silvana Sarti:
“Ho colto subito con interesse la proposta di Dorotie di un corso di italiano per stranieri che faceva seguito alla richiesta di alcuni immigrati . Quando poi una indagine più approfondita ha portato all’iscrizione al corso di quindici persone di nazionalità diverse, ho capito che nonostante le difficoltà che avrei incontrato, volevo impegnarmi in questa nuova avventura che avrebbe sicuramente portato anche ad un mio arricchimento personale. Subito sono stata piacevolmente sorpresa dal numero delle donne iscritte, non me l’aspettavo, donne provenienti dall’Albania, dal Marocco, dalla Tunisia, dalla Romania. Il primo passo da compiere era conoscersi, era imparare le parole per presentarsi, per esprimere bisogni, interessi, motivazioni. In questo percorso sono stati di aiuto alcuni studenti lavoratori che erano in Italia da qualche anno e quindi conoscevano un po’ la lingua parlata, potevano fare da interpreti e contemporaneamente si approfondiva la conoscenza fra loro e si andava formando un gruppo più integrato che in alcune occasioni di ricorrenze, feste civili e religiose è riuscito a scambiarsi opinioni arricchendo la mia conoscenza della loro cultura. Per tutta la durata del corso noi insegnanti abbiamo mantenuto un rapporto costante fra noi con incontri settimanali di scambio, confronto, programmazione, per la ricerca di una didattica rispondente alle loro necessità. Il corso serale si è concluso con un’ allegra serata di festa con musica e dolcetti,con la promessa di rivederci, le donne hanno chiesto di poter continuare gli incontri di mattina fino alla fine dell’anno scolastico, dopo aver accompagnato i figli a scuola, ci incontriamo in biblioteca per 2/ 3 giorni alla settimana. Presentare loro la biblioteca comunale come opportunità, vedere la loro gioia nello scoprire che lì potevano incontrarsi a leggere, studiare, guardare le figure dei libri ,è stato anche un modo per riscoprire il privilegio di cui noi possiamo godere nella nostra comunità. Poi la ricorrenza della festa dei lavoratori il primo maggio, festeggiata in molti paesi del mondo, anche nei loro, ci ha portati a parlare della nostra Costituzione, dei diritti fondamentali e quindi sono state poste le basi per tanti approfondimenti.
E’ stato un impegno culturalmente stimolante sotto ogni punto di vista e ritengo ci siano le basi per proseguire con profitto. “
A cura di Paola Giacometti