Aree interne: risorsa o problema?
Delle aree interne, dei loro problemi e delle tante risorse che servirebbero per risolverli se ne è parlato lunedì 21 luglio 2025 nella piazzetta davanti al municipio di Palazzuolo. Presenti e numerosi gli amministratori: i sindaci di Casola, Palazzuolo, Riolo, Castel del Rio e Borgo Tossignano. Introdotti da Maurizio Nati si sono susseguiti gli interventi di Davide Baruffi, assessore regionale alla montagna dell’Emilia-Romagna, di Fiammetta Capirossi, consigliere regionale della Toscana, di Marco Niccolai presidente della commissione aree interne della Toscana con il coordinamento di Marco Bottino sindaco di Palazzuolo.
C’erano anche tanti casolani fra il nutrito pubblico oltre ai rappresentanti delle associazioni di categoria, al vice presidente e al direttore del Consorzio di Bonifica. Insomma una serata molto partecipata segnale dell’attenzione che il problema del destino di questi territori, compreso il nostro, desta in questo momento. Certo le parole che Nati ha scandito dal palco tratte dal documento del governo sul piano strategico nazionale sulle aree interne 2021-2027 lasciano interdetti: Un numero non trascurabile di Aree interne si trova già con una struttura demografica compromessa [..] oltre che con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività. [..] Queste Aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita.”
Pare poi che il documento sia stato disconosciuto dal ministro alla coesione ma restano tre dati: il ritardo accumulato nella formulazione del piano, la totale assenza di risorse e la sentenza di suicidio assistito di queste comunità. Che nella nostra regione valgono il 40% del territorio e il 10% della popolazione. Fra cui tutti i comuni lunedì sera rappresentati. Nell’introduzione il nostro sindaco ha sottolineato come questi paesi “sono l’ossatura silenziosa del Paese: custodi del territorio, della memoria, delle identità locali e come l’alluvione del 2023 ci ha ricordato con forza che la cura del territorio non è un lusso, ma una necessità vitale.”
L’assessore Baruffi è entrato nel merito di parecchie questioni sia di ambito amministrativo riconoscendo la lungimiranza della scelta di aggregare i comuni del circondario faentino in un’Unione quando altrove le piccole realtà comunali faticano a fronteggiare le gestioni pubbliche, sia affrontando le questioni nodali; servono a suo parere risposte concrete su tre questioni: la fiscalità agevolata per le imprese e le famiglie che abitano la montagna, la creazione di infrastrutture digitali efficaci nelle comunicazioni ma soprattutto una viabilità affidabile perché merci e persone possano viaggiare in sicurezza. La prima questione è di competenza del governo centrale mentre per le altre due si è impegnato a dare risposte come ente Regione. Sulla semplificazione burocratica e la fiscalità agevolata ha fatto leva l’intervento di Niccolai: può un bar di Palazzuolo farsi carico delle stesse norme con gli annessi oneri e soprattutto sostenere una fiscalità come un bar posto in piazza della Signoria a Firenze?
Fra gli altri temi affrontati nella lunga serata c’è stato anche quello del dissesto idrogeologico, su cui entrambe le regioni hanno messo a bilancio importi consistenti, e soprattutto il tema dei servizi sanitari. Non ci sono i medici e questi territori non sono per nulla appetiti dai giovani laureati che escono dalle scuole di specialità. Per i paesi di Palazzuolo e di Marradi, già in carenza di personale, la regione Toscana conta di rendere attrattivo l’incarico di medico di base aggiungendo annualmente un emolumento seimila euro. Basteranno?
Tante le domande rimaste inevase nonostante la competenza dei relatori e la durata del dibattito che si è chiuso ben oltre le 23. E’ che molte questioni riguardano le scelte del governo mentre altre più generali si intrecciano con una situazione congiunturale alquanto instabile fra le guerre di armi e le guerre commerciali. Altre ancora sono state abbozzate e meritano approfondimenti ma soprattutto siamo abituati a valutare i fatti che testimonino nella vita concreta l’efficacia delle dichiarazioni ascoltate. In conclusione Il nostro sindaco ha saputo cogliere la voglia di riscatto, composta e finora paziente, di questi territori concludendo che “siamo la possibilità concreta di un altro modello di sviluppo. Siamo il luogo dove si può ancora vivere a misura d’uomo. Siamo il futuro per chi cerca radici, senso, comunità, natura, silenzio, opportunità. Ma servono scelte. Scelte politiche, scelte coraggiose, scelte collettive. Non possiamo più permetterci politiche calate dall’alto, che arrivano quando è tardi o quando ci sono solo macerie. Abbiamo bisogno di credere che vivere in un piccolo comune non sia una sfortuna, ma una scelta dignitosa e possibile”.
Roberto Rinaldi Ceroni

