Ma che calcio sta succedendo?

Era il 25 febbraio 2015 e i nostri sguardi restarono fissi e impietriti di fronte allo spettacolo che si parava davanti ai nostri occhi, il campo sortivo a Casola era crollato cosi come gli stati d’animo di tutti noi, cosi come gli entusiasmi dei bambini.

Cosa facciamo? Dai, cerchiamo di risollevare l’attività! Ed è così che un gruppo di amici decise di formare l’ASD NUOVA CASOLA chiedendo aiuto a chiunque potesse aiutarci.

Prendemmo in affitto l’impianto di Borgo Rivola ad un prezzo oneroso e iniziammo a mettere giù le basi di un settore giovanile in espansione coltivando risorse e speranze per una futura prima squadra che secondo i nostri progetti sarebbe nata nei successivi 10 anni....
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Contrastare FRANE

Le macchine avanzano lentamente tra la polvere di quello che resta. Il mio sguardo cade sui frigoriferi, sulle lavatrici e sugli oggetti degli altri.

Mi vergogno a sbirciare tra quelle cose senza più anima, come fossi entrata in una casa senza aver chiesto il permesso, violando l’intimità altrui. Eppure non posso fare a meno di continuare ad osservare e di chiedermi in quale stanza fosse appeso quel quadro o se su quel tappeto, durante una cena, sia mai caduto del vino rosso difficile da togliere via.

Poco importa ora, è tardi.

Il quadro e il tappeto se ne stanno inermi, sul marciapiede, coperti di fango....
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Sl’è nòt us’ farà dè

La mia parola preferita è resistenza. È bellissima, perché testimonia da sola tutte le cose alle quali credo.

Ho visto una parte del paese resistere all’alluvione, non cedere e restare ancorato al rivale. Ho visto le persone resistere, quando venivano sfollate senza sapere quando avrebbero rivisto la propria casa. Ho visto le aziende resistere nonostante l’impossibilità a portare avanti le consegne nei tempi dovuti. Il resistere di tutti noi, che invece di mandare tutto all’aria abbiamo deciso di restare qui.

Non sono un reporter di guerra, non ho fegato e sangue freddo a sufficienza per correre tra le mine, ma è quella la fotografia che ho sempre sognato di fare....
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CASOLA, una Comunità

La prima reazione è stata la paura; si è trattato di una forma di paura feroce, per i propri cari, per la propria casa, per i propri animali; poi, una volta che per fortuna la maggior parte di noi che abitiamo in paese ha constatato che non aveva avuto danni, c’è stato un momento di torpore, ma è bastato vedere che la macchina dei soccorsi era partita ed in moltissimi hanno dato la propria disponibilità a dare una mano, in mille modi diversi. Il viavai di camion dei pompieri, di automezzi della Protezione Civile, il frastuono degli elicotteri sono stati una sorta di richiamo sonoro, un appello involontario alla popolazione casolana....
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Passeggiata sulle frane

Dopo quattro giorni dal diluvio cercavamo un passaggio, un varco  per fare quattro passi fuori dal paese. Come dal nucleo di una stella diventato un po’ stretto  cercavamo raggi di uscita.  Andare verso Palazzuolo  era  impossibile per la casa semidistrutta e la frana al ponte del  Formichino e per la gigantesca massa di terra precipitata sulla Casolana all’altezza delle Case Bruciate. Verso il ponte di Arsella la sbarra vietava di inoltrarsi per le frane e c’era qualcosa di spaventoso già nelle poche notizie raccolte su ciò che era successo ai Dilatti. Nella strada di Prugno avevi  fatto neanche quattro passi verso il giardino officinale e ti dovevi fermare....
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No signal

A un certo punto Bom!
Usciamo di casa e ritroviamo la strada che collega casa nostra a quella dei vicini, in via Cardello, investita da terra alberi fango e tantissima acqua. Fortunatamente la frana era di piccola entità anche se visivamente impressionante.
Abbiamo avvisato il centro operativo e siamo stati rassicurati, la casa non correva comunque pericoli.
Rincasati decine e decine di messaggi con foto dell’incredibile frana di Mozart, video con persone sopra i tetti delle case a Faenza, e il boato continuo di quelli che sembravano tuoni, ma erano qualcosa di ben peggiore. Abbiamo continuato a “smessaggiare” su whatsapp scambiandoci video, foto, aggiornamenti, fino a che, click....
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HURRICANE

Nel momento del bisogno si vedono gli amici. E un nostro grande amico è sempre stato Hurricane un cavallo arabo nato nella nostra stalla 16 anni fa.

In queste giornate in cui la natura ci si è rivoltata contro e ci ha fatto perdere strade e comunicazioni, noi (Luca e Pippo) siamo tornati ad utilizzare uno dei metodi di trasporto più antichi ovvero il nostro cavallo.

I cani del nonno, rimasti isolati oltre le frane e le strade interrotte, si sono trovati senza mangime e noi abbiamo pensato di percorrere insieme una strada alternativa caricando due sacchi di mangime sul dorso del cavallo e di guidarlo fino dai cani....
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CI PREPARAVAMO DA MESI

IL RACCONTO DI UN EVENTO RIMANDATO

Ci preparavamo da mesi:

– riunioni, chat continue, formazioni di gruppi di interesse, raccolta di memorie, articoli, foto, oggetti, totem, fazzolettoni dei vari periodi, guidoni, progetti ed organizzazione di eventi e di attività, allestimenti di locali.

– un pilastrino votivo di roccia e ceramica dedicato alla Madonna, già rizzato agli Olmatelli,  a cura delle “ storiche ragazze” della  benemerita “compagine  “Stella Polare”

– una intitolazione ( già approvata dal Comune ) della via ciclabile a Robert Baden Powell e due paginone del settimanale diocesano Nuovo Diario Messaggero di Imola già impostate.

Tutto era pronto per le celebrazioni del 13 e 14 Maggio ….....
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Da Monte della Vecchia

Quando Adelmo Ferrini nell’umida alba del 6 maggio 1939 aprì l’uscio di questa casa dove abito anch’io si accorse che il volto di Monte della Vecchia non era più quello che gli era familiare.

Un’enorme frana ne aveva  graffiato il fianco verso il paese e  una ripida e alta parete segnava il distacco della massa di terra, massi, sassi e tronchi divelti. La frana aveva travolto un castagneto, alberi, porzioni di campi, che a quel tempo si coltivavano tutti i fazzoletti di terra rubandoli al bosco, torcendo i filari delle piantate con la pressione della sua massa semiliquida.

Ottantaquattro anni dopo, a metà mattina del 17 maggio 2023, un’altra frana ha raddoppiato la parete verticale di Monte della Vecchia, ma come allora è scesa lambendo le case del Poggio e di Fontanella che sono rimaste illese....
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Di là dalla Frana

Ciao a tutti dal popolo di Baffadi, quelli di là dalla frana.

Si perché se fino a una settimana fa quattro chilometri erano una passeggiata che si poteva fare con tranquillità, uno tiro di schioppo dal paese, per cui se ti manca il brodo di dadi sali in macchina e fai una salto in paese a prenderlo, da mercoledì scorso si sono trasformati in una collina invalicabile che separa da familiari, amici, servizi di ogni genere e che ci ha tutti disorientati.

Non so voi, ma noi qua ci abbiamo messo un po’ a capire, a renderci conto davvero del disastro che ha travolto le nostre colline, la nostra Terra… la nostra Romagna e forse non abbiamo ancora davvero compreso l’entità del fenomeno che ci ha sorpresi....
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Perchè mio figlio non sa leggere?

Perché mio figlio non sa leggere? Perché non riesce ad imparare le tabelline? E perché scrive così male? A questi quesiti spesso seguono diagnosi di dislessia, dicalculia o disgrafia. In breve, di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Ma cosa sono esattamente questi disturbi dell’apprendimento? L’Associazione Italiana Dislessia ne delinea le principali caratteristiche: innanzitutto, i DSA sono riconoscibili attraverso le difficoltà dimostrate dal bambino nella letto-scrittura e/o nell’utilizzo dei numeri e delle operazioni di calcolo. Se confrontati con i loro coetanei, si distinguono poi grazie ad una lentezza nell’automatizzazione di tali abilità. Alcuni bambini possono avere anche difficoltà di coordinazione e di motricità fine, difficoltà nelle abilità di organizzazione e di sequenza, nonché nell’acquisizione delle sequenze temporali (ore, giorni, stagioni)....
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Tiberio o Tebaldo

Cristiano con i suoi romanzi ha messo Casola on the map, come direbbero gli americani. Sulla mappa dell’immaginario dei molti lettori che nei giorni drammatici appena trascorsi si informavano sulla situazione di Casola perché conoscevano il paese per come lui lo ha raccontato. Ora le mappe sono cambiate: quelle fisiche, ahimè, ma anche quelle dell’immaginario. Casola, nei media, è già diventato “il paese delle frane” ed è un’etichetta scomoda, che sarà bene toglierci di dosso. I racconti futuri di Cristiano potranno contribuire a farlo.

Ma in questa occasione noi abbiamo voluto “approfittare” di Cristiano per gettare uno sguardo fuori da Casola e avere una sua testimonianza dalle zone che hanno patito non le frane delle nostre colline, ma le tonnellate d’acqua che hanno affogato “la Bassa”....
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Succede che in Terapia Intensiva

«Succede che in Terapia Intensiva, dove i pazienti vengono ricoverati per compromissione delle funzioni vitali, si guarisca da gravi malattie e dopo la degenza e la riabilitazione in altri Reparti  si possa tornare a casa dai propri cari. Succede altre volte (per fortuna di rado) che i pazienti, a causa di lesioni cerebrali irreversibili, muoiano di morte cerebrale, ossia a cuore battente. In questi casi si può procedere con la donazione di organi (cuore, polmoni, fegato, reni, intestino, pancreas) e tessuti  (cute, tessuto muscoloscheletrico, vasi arteriosi e venosi, valvole cardiache, cornee), laddove ci sia una volontà donativa da parte del paziente stesso o quando i parenti decidano di dare il proprio consenso.

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